fiumesarnoNocera Inferiore. Ancora polemiche sul progetto ‘Grande Sarno’, le vasche di laminazione non appaiono sicure e preoccupano gli ambientalisti per il rischio di contaminazione delle falde acquifere.

Il Grande Progetto ‘Completamento della riqualificazione e recupero del fiume Sarno’ si configura come ‘Progetto a diretta finalità ambientale’ ed individua un tema centrale che è costituito dalla realizzazione delle opere di mitigazione del rischio di alluvione e di sistemazione idraulica del bacino del fiume Sarno; inoltre, sono connessi a questo una serie di temi complementari strettamente legati alla riqualificazione ambientale ed alla fruizione turistica sia delle aree perifluviali direttamente interessate dall’intervento, sia dell’area vasta costituita dall’intero territorio di bacino. Come si può constatare nelle relazioni dell’Arcadis Campania, al secondo posto tra le priorità del progetto c’è la realizzazione di “vasche di laminazione ed aree di espansione controllata per il trattenimento a monte dei volumi di piena, opportunamente integrate nel contesto ambientale e paesaggistico”.

Tuttavia, il progetto ha suscitato non poche reazioni da parte di Legambiente e degli esperti in materia ambientale. Il problema si baserebbe sul fatto che le vasche andrebbero a collocarsi nell’area di Casarzano, che è attraversata dal torrente Solofrana. La ridotta distanza tra gli impianti e il corso d’acqua potrebbe provocare l’inquinamento di quest’ultima. Ciò comporterebbe la contaminazione dell’acquedotto nocerino, servito proprio dalle falde del Solofrana.

Gli ideatori del Grande Progetto hanno previsto l’impermeabilizzazione delle vasche che dovrebbe garantire la sicurezza della falda. Tuttavia, non dello stesso parere appare Emiddio Ventre, esperto in materia ambientale, che dal suo profilo facebook fa sapere di aver richiesto alla Regione Campania e al Ministero dell’Ambiente “di dare parere negativo alla Valutazione d’Impatto Ambientale e di richiedere all’Arcadis una modifica alla progettazione” poiché secondo Ventre  “la creazione della vasche, sicuramente, porterà inquinanti nelle falde e quindi nella catena alimentare attraverso il prelievo dai pozzi dal nostro acquedotto per arrivare ai nostri rubinetti, con effetti inimmaginabili per la già grave salute della popolazione residente” e che “le vasche di laminazione saranno permeabili alle infiltrazioni, e se anche impermeabilizzate questo non potrà essere assicurato per gli anni futuri, vista già oggi la mancanza di manutenzione ordinaria sul fiume e sulle vasche esistenti”. Inoltre, il potenziale agricolo della zona resterebbe non sfruttabile, lasciando il posto ad aree paludose e putride.Ventre ha, perciò, proposto soluzioni alternative come portare il livello del fiume al di sotto del livello di campagna, il  rifacimento e ampliamento degli argini e altri espedienti che limitino l’utilizzo delle vasche di laminazione.

Pareri simili sono stati espressi da Legambiente Campania, dalla “Bottega equo e solidale” di Nocera Inferiore e dai rappresentati del PD nocerino. Dopo aver riconosciuto le lacune del progetto “Grande Sarno”, l’intento comune è quello di non peggiorare ulteriormente l’assetto qualitativo della zona sarnese, magari favorendo degli interventi con minore impatto ambientale.