fotomercatoCapaccio. Il mercato Ortofrutticolo di Capaccio che sorge nelle vicinanze del nodo ferroviario di Battipaglia e dell’autostrada SA-RC è al centro di polemiche e proteste.

Il punto commerciale più efficiente della piana del Sele, dove vengono portate e vendute ogni giorno decine e decine di varietà di frutta e ortaggi tipici, sta creando non pochi problemi di orari alla viabilità ed il presidente Vittorio Merola sollecita la necessità di delocalizzare il complesso.

“E’ vero – afferma Merola – che una struttura del genere ubicata al centro della città può aver creato o creare problemi alla viabilità e circolazione degli autoveicoli, ma questo certamente avverrebbe anche in orario mattutino, anzi, forse sotto certi aspetti, tali difficoltà in periodo ed orario ancora di buio potrebbero essere ancora più accentuate”.

“Indipendentemente da questa considerazione, – spiega ancora Merola –  l’Amministrazione del mercato chiede scusa per eventuali disagi che possano essere stati arrecati alla utenza, o che potrebbero ancora appalesarsi nell’immediato, non essendo la circostanza superabile a breve tempo. Ma questo comunque rappresenta proprio il problema che da tempo sta interessando costantemente l’Amministrazione del mercato, considerato che gli Organi Sociali si sono determinati per la realizzazione di una nuova struttura più rispondente alle esigenze di commercializzazione rivenienti dal settore specifico con la contestuale delocalizzazione in altra zona del comune che non presenti gli stessi problemi di alta densità abitativa e di elevato traffico veicolare che da tempo si vanno riscontrando nell’attuale sito. In tale direzione il Consorzio in più di un’occasione ha rappresentato e confermato il proprio interesse provvedendo immediatamente ed a proprie spese alla individuazione ed acquisto del terreno sul quale realizzare la nuova struttura”.

A bloccare il trasferimento, è la carenza di fondi per la costruzione di una nuova struttura in grado di ospitare tutti gli stand e uffici ora presenti a Capaccio Scalo.

“E’ comprensibile – evidenzia Merola- quanto sia importante la soluzione di tale problematica e quanto sia anche incalzante ed indispensabile l’esigenza di reperimento delle necessarie fonti di finanziamento che inevitabilmente dovranno essere messe a disposizione da parte della pubblica amministrazione, trattandosi di un intervento rientrante tra quelli destinati a pubblica utilità e che sicuramente non può essere sostenuto direttamente dai singoli operatori, o quanto meno nella sua interezza di spesa”.

Merola chiarisce inoltre la questione sugli orari contestati da agricoltori e commercianti, che chiedono di anticipare l’accesso al mercato attualmente fissato alle 10.00: “La preoccupazione rappresentata dagli agricoltori  in relazione all’orario del mercato, in particolare da Matteo Franco, ha posto in evidenza la particolare attenzione che egli stesso e anche tutti gli altri, dedica a tale problematica ed è anche giustificato il riferimento alle altre strutture similari che svolgono l’attività mercatale nelle prime ore del mattino, anche se qualsiasi confronto andrebbe realizzato fra strutture con identiche richieste ed esigenze”.

“A tale proposito – continua il presidente – non si può sottacere che la struttura di Capaccio è nata ed è sempre stata considerata quale mercato ‘alla produzione’, in quanto capace di consentire ai produttori di raccogliere la mattina presto i prodotti e poterli consegnare subito dopo al mercato per il successivo collocamento, garantendo in tal modo la fondamentale e vitale conservazione delle qualità di freschezza, bontà e soprattutto di particolare pregio e di eccellenza, che rappresenta ancora oggi il vanto delle autorevoli produzioni della nostra Piana del Sele, che vengono riconosciute ed ammirate nel mondo intero”.

“Pertanto – conclude Merola – gli amministratori del Consorzio Ortoflorofrutticolo di Capaccio, nel ribadire la propria disponibilità per la ricerca di ogni tipo di soluzione ai problemi evidenziati,  confermano ancora una volta la volontà ferma, immutata ed inalterata di continuare nella ricerca di ogni possibile soluzione per la realizzazione e delocalizzazione della nuova struttura, per la quale guardano con sempre maggiore insistenza all’intervento pubblico, sia esso regionale o nazionale o europeo”.

Enrica Bovi