congressi-pdSalerno. Un vero e proprio polverone quello sollevatosi in seguito al congresso provinciale del Partito Democratico. A suon di accuse di brogli per tesseramenti fantasma, iscrizioni di familiari e ricorsi, ci si incammina verso quella che a breve sarà la competizione decisiva per tutti gli equilibri, il congresso nazionale che darà il nome per la segreteria del Pd.

Un mese che trascorrerà lento e che si preannuncia già all’insegna di dietrologie e di schieramenti in fieri per accaparrarsi il favore delle figure più forti in campo e magari più quotate per la vittoria. Anche tra gli stessi esponenti più in vista c’è chi dice “non si capisce più nulla, stiamo impazzendo.”

A poca distanza dal risultato elettorale che regala un solidissimo 85% a Nicola Landolfi, il quadro che si delinea sembra lasciare spazio a numerose polemiche.

A Capaccio c’è stato  l’annullamento congressuale disposto dalla Commissione salernitana di partito che ha ritenuto opportuno invalidare tutte le schede per alcune irregolarità durante lo svolgimento elettorale. Qualcuno parla addirittura di complotto inneggiando ad una presunta incapacità di accettare il risultato definitivo del congresso:  372 per Franco Tarallo a sostegno del renziano Sergio Annunziata e 209 voti per Eugenio Guglielmotti, a supporto di Landolfi. I motivi dell’annullamento riguarderebbero i tesseramenti fantasma, il fatto che non vi sia stata la terza lista (quella per Pedace) e poi perché sarebbero risultate quattro schede in più rispetto al numero dei votanti. Infiamma la polemica e gli esponenti progressisti dichiarano di proseguire con il ricorso sul pronunciamento presso la commissione di garanzia regionale e nazionale. Avanza però spedito il commissariamento che potrebbe verificarsi in seguito anche alla composizione di un gruppo autonomo tra i banchi dell’opposizione.

Particolarissima anche la situazione nel circolo cittadino di Eboli dove stravince Landolfi grazie anche all’accordo tra il primo cittadino, Martino Melchionda e Antonio Cuomo. Il primo, renziano (?), il secondo, cuperliano, sono riusciti ad approdare ad un risultato unanime solo all’apparenza. Il motivo risiede nel fatto che il giudizio dei Liberi e dei Riformisti avrebbe un peso più che decisivo per il prossimo congresso nazionale per il qual è stata ventilata l’ipotesi di unione tra l’area vicina all’ex-ministro Carmelo Conte e la schiera di Cuomo. Chi sosterrebbe, dunque, in quel caso la compagine renziana presente sul territorio attraverso il sindaco Melchionda? Interrogativo difficile da districare soprattutto dopo la categorica smentita del primo cittadino ebolitano. “Non sono schierato con nessuna corrente, dirò del voto solo all’indomani della chiusura del congresso nazionale così si eviteranno ulteriori polemiche.Il Partito democratico deve essere rifondato completamente e, preferibilmente, senza le primarie perché sono state fonte di tribune di lotta per definire gli schieramenti. Servono militanti e non elettori per costruire un partito degno di questo nome.”

Eboli non è l’unico posto in cui si è verificata una situazione di incongruenza tra l’appoggio al candidato provinciale e la continuità di linea politica per le prossime elezioni nazionali.

Ciò che è sicuro che Landolfi è stato plebiscitariamente riconfermato e che i renziani doc, primo fra tutti anche il sindaco di Giffoni, Paolo Russomando, continueranno la propria battaglia sul territorio convinti della vittoria di Matteo Renzi e del suo impegno decisivo nella riformulazione delle linee strutturali di partito.

Per domani è attesa, infatti, la conferenza stampa alle ore 11,00, presso la sede di Parco Arbostella del Comitato Provinciale Matteo Renzi. Il candidato alla segreteria dell’Area Renzi Sergio Annunziata e il Sindaco di Giffoni Valle Piana Paolo Russomando incontreranno la stampa per commentare i risultati del congresso provinciale del Partito Democratico. In sostanza i renziani ritengono che il problema del gruppo dirigente salernitano risieda nel fatto che si sia parlato a sé stessi e non alla gente e che, in secondo luogo, si fatichi a discostarsi dal diktat di Vincenzo De Luca.

Rossella Fusco