TSOAIndovinate cosa bolle in pentola oggi? Beh, non potevamo non servirvi direttamente da Bologna un piatto molto ricco. Eh già, perché proprio in questa settimana, precisamente lunedì, i The Sons Of Anarchy hanno sfornato il loro primo album, uscito per la Urtovox Records e distribuito da Audioglobe/Itunes via The Orchard, dal titolo “A New Consciousness”, che verrà presentato ufficialmente venerdì 22 novembre all’ Arteria di Bologna.

Il progetto del duo agropolese di nascita e bolognese di adozione composto da Raffaele Benevento e Andrea Perillo, entrambi già nella sezione ritmica degli A Toys Orchestra, nasce nel 2003 con il nome di ‘Silverplated’ ma viene ripreso solo 10 anni dopo, con il nome di ‘The Sons of Anarchy’. Il nome non ha nessun connotato politico o ideologico, piuttosto  rimanda ad un sentimento che nasce dal bisogno di cercare una libertà morale e intellettuale attraverso un percorso che porti al risveglio della coscienza di noi stessi e del mondo che ci circonda, per trarne sempre nuovi insegnamenti.

A dieci anni di distanza dai primi tentativi con i Silverplated, le malinconiche melodie indie rock di ‘A New Consciousness’ prendono il cuore e distraggono dagli affanni, rimandando a serate infrante fatte di ricordi lontani. Lieve nell’ incedere, il suond dell’album è ricco e arrangiato a dovere; le musiche arrivano dritte al cuore ed è difficile non rimanerne colpiti. Importante anche la componente pianistica che da a pezzi come ‘Dead’ e ‘Surrender’  la giusta collocazione tra le ballate malinconiche perfette.

‘A New Consciousness’ è il primo esperimento, dai contenuti forti ed egregiamente riuscito, di un progetto interessante. 

Raffaele, questo progetto nasce nel 2003 con il nome di ‘ Silverplated’ e poi viene ripreso con il nome di ‘The Sons of Anarchy’. Ci spieghi come nasce?           

“Quando abbiamo iniziato ad Agropoli venne aperto un centro socioculturale che ospitava diverse sale prova dove molte band si trovavano a provare insieme. Abbiamo iniziato ad incontrarci lì con  Andrea, che allora suonava la chitarra in una band ska-punk, e abbiamo messo su la band. All’inizio suonavamo principalmente cover, ma di lì a poco cominciammo a suonare pezzi scritti da me. L’unico brano sopravvissuto a quelle sessioni è ‘Flames’.

Raffaele e Andrea - The Sons Of AnarchyPerché questo cambio di nome?

“Ormai i ‘Silverplated’ appartengono al passato, così come il materiale composto allora e in quest’ultimo anno e mezzo in cui scrivevo nuove canzoni di tanto in tanto pensavo anche ad un nome diverso”. 

C’era una precisa idea musicale quando avete iniziato?

Un’ idea ben precisa non c’era.  Le canzoni del disco sono state scritte interamente da me e provate a casa, nell’arco di un anno e mezzo. Poi abbiamo aggiunto le parti di batteria, scritte da Andrea Perillo. E’  un approccio un po’ diverso rispetto a quando Andrea e io lavoravamo con gli A toys Orchestra: lì si iniziava direttamente in saletta, partendo da un’ idea melodica di Enzo. Il lavoro dei Sons of Anarchy è piuttosto frutto dell’istinto, la caratteristica principale del mio carattere”. 

La parola Anarchia esula da ogni tipo di accostamento politico ma ha un significato molto più profondo, puoi spiegarci cosa è l’anarchia per te?

“Per me l’anarchia è sinonimo di libertà: libertà morale, fiducia dell’uomo nel vivere secondo ragione, rispettando se stesso e gli altri senza bisogno di imposizioni esterne e libertà intellettuale nel non lasciarsi condizionare da tutto ciò che viene pompato dai media. Ragionare con la propria testa già di per se è un po’ essere anarchici”.

Forse perché nel 2013 viviamo ancora in una società dove la gente si lascia condizionare da certi stereotipi o luoghi comuni?

“Uno dei problemi e’ sicuramente questo. Non si può parlare di anarchia solo in senso strettamente politico e quindi accomunarlo al caos,  alla violenza e al rifiuto ad essere governati, ma intendere l’anarchia come libero pensare e agire cercando di non lasciarsi influenzare dal pensiero comune e da qualunque notizia scorre sul web come se fosse la verità assoluta. Noam Chomsky, proprio in merito a questo, ha scritto: “La rapidità con cui una notizia viene fornita dà l’illusione di vivere al centro degli avvenimenti, ma significa soltanto che siamo sottoposti a una propaganda ancora più intensa. Quando gli avvenimenti sono istantanei e  appassionanti, ci lasciamo trascinare dal loro flusso. Secondo me la superficialità, non la rapidità, incide sulla percezione del presente. Ma si fa di tutto per cancellare ogni memoria.”

Quale pensi possa essere il pubblico dei  “The Sons of Anarchy”?

“Non mi sono mai posto questo problema, ma credo che chi ascolta dall’ electro al pop potrebbe essere un potenziale ascoltatore”.

Siete solo in due, Andrea alle percussioni, e tu voce, chitarra e piano. Quando vi esibite dal vivo ospitate  altri strumentisti? 

“Nei live siamo in tre. Con noi sul palco c’è Michele Colasante, che suona il basso. Oltre agli strumenti da te citati, live usiamo anche un sequenzer e il sinth”.

TSOA1Qualche affinità musicale con gli A Toys Orchestra si avverte. Ti risulta difficile gestire questa esperienza parallela?

“No, per niente. Sono uno dei membri fondatori dei Toys e, avendo fatto 5 dischi e  un EP in 15 anni, non ci vedo nulla di male se qualcuno sente delle affinità tra i TSOF e gli A Toys”.

Nei vostri testi si parla spesso  di perdite, passati lontani, solitudine, ma anche di morte. In ‘Dead’ la morte viene descritta come un pungo in faccia dove solo i ricordi che affiorano ogni tanto possono lenirne il dolore. Da cosa nasce questo testo?

“Dead è dedicata ad una persona che non c’è più. Non la conoscevo direttamente, ma le persone a me vicine che hanno sofferto per quella mancanza mi hanno fatto vivere in prima persona il dolore. La notizia è arrivata con una violenza paragonabile ad un pugno in faccia. Quella è stata la prima frase che avevo in testa quando ho iniziato a scrivere il testo.”

In questo brano compare anche Beatrice Antolini al piano. Ci sono altri musicisti che hanno collaborato con voi all’album?

“Si,  Beatrice suona il piano in ‘Dead’, apportando qualche piccolo cambiamento rispetto all’arrangiamento che aveva fatto Gianni Barretta, AKA Julian, che ha anche arrangiato il piano in ‘Black As Your Soul’ e suonato sinth e rohdes in altri pezzi. Sempre in ‘Dead’ c’è la voce di Laura Loriga dei ‘Mimes of Wines’ che, a mio dire, è riuscita ad addolcire e rendere più profonde le liriche del testo. Poi ci sono i nostri compagni di viaggio, il resto degli  A toys Orchestra, Enzo Moretto che compare con delle parti vocali e Ilaria che suona il sinth in ‘Serpico’. 

I testi sono autobiografici o parlano di situazioni e sensazioni comuni?

“Sia l’uno che l’altro.  Anche quando racconto storie non vissute personalmente non riesco a farlo con distacco, ma ci metto sempre del mio. E quindi le sensazioni che trasmettono i testi vengono sempre da qualcosa di molto personale”.

TSOA 2Lunedì 18 Novembre è uscito il vostro album “A New Consciousness”, dopo dieci anni di attesa, e il 22 verrà presentato ufficialmente. Un bel traguardo! Voi come vi sentite?

“Eccitati e molto contenti di questo risultato! Rispetto al lavoro con gli A Toys.. per i The Sons Of Anarchy sento un po’ di responsabilità in più, com’è giusto che sia: è tutta farina del mio sacco.”

‘A New Consciousness’, una nuova coscienza: è questo il messaggio che lanciate oggi ? Una sorta di ‘aprite gli occhi, svegliatevi dal torpore’? 

“Mi piace quest’ interpretazione che gli hai dato, suona bene e potrebbe essere una visione giusta del titolo, ma non la sola.  Per me l’uscita di questo disco è un po’ un rinascere dopo un anno travagliato. E’ rinascere con una nuova coscienza intellettuale, morale e sociale”.

In ‘Time to reflect’ canti: ‘I got everything and I cannot suffer now’. Cos’è che hai avuto e perché non puoi soffrire adesso?

“Ho avuto e dato amore, comprensione e passione. La frase ‘I cannot suffer now’ è da interpretare  quasi come un grido di aiuto nell’ affrontare la realtà e il terrore che  la sofferenza potrebbe essere inaccettabile e insopportabile”.

Quali sono i vostri progetti futuri? 

“Quelli di ogni musicista: suonare in giro il più possibile e continuare a scrivere canzoni”

 

Alessandra Agrello