neonatoL’incremento delle nascite che si è riscontrato a livello nazionale tra il 1995 ed il 2008 è stato il risultato di opposte dinamiche territoriali: l’aumento dei nati è registrato solo nelle regione del Centro e del Nord, mentre al Sud e nelle Isole è proseguito il fenomeno di denatalità.

A partire dal 2009, poi, in tutte le aree del Paese si registra un calo generale delle  nascite. Il fenomeno è in parte riconducibile ad un effetto “strutturale”: infatti, stanno via via uscendo dall’esperienza riproduttiva le baby-boomers, ovvero le generazioni di donne nate a metà degli anni ’60, molto più numerose delle generazioni più giovani che via via raggiungono le età feconde, convenzionalmente fissate dai demografi tra i 13 e i 50 anni. Le cittadine straniere hanno finora compensato questo squilibrio strutturale andando a riempire i “vuoti” di popolazione femminile ravvisabili nella struttura per età delle donne italiane; inoltre, le cittadine straniere fanno in media più figlio delle donne italiane. Negli ultimi anni si nota, tuttavia, una diminuzione della fecondità delle donne straniere, e quindi, a meno di una inversione di tendenza verso un deciso aumento della fecondità delle donne italiane al momento difficile da immaginare, la diminuzione delle nascite è destinata ad accentuarsi.

Negli stessi anni in cui si è osservato l’aumento delle nascite, hanno assunto sempre più rilevanza quelle da genitori stranieri. In 10 anni, infatti, l’incidenza dei nati stranieri sul totale dei nati residenti in Italia è più che triplicata passando dal 4% del 1999 al 12,6% del 2008. I dati più recenti confermano questa tendenza all’aumento, seppur con un ritmo più contenuto: sono oltre 77 mila i nati da genitori stranieri nel 2009, 78 mila nel 2011 e poco meno di 80 mila nel 2012, pari al 15% del totale dei nati. Se ai nati da genitori entrambi stranieri si sommano anche i nati da coppie miste si raggiunge quota 107 mila nati da almeno un genitore straniero nel 2012 (il 20,1% del totale). Negli ultimi due anni, tuttavia, quest’ultima componente mostra, per la prima volta, una certa stabilità dopo anni di crescita costante, e tale fenomeno è da mettere in relazione, verosimilmente, con il corrispondente andamento dei matrimoni tra coppie miste.

Sono le regione del Nord e, in misura, quelle del Centro a presentare valori del fenomeno di gran lunga superiori alla media nazionale, ovvero le aree del Paese con una tradizione migratoria più forte e con una presenza straniera più stabile e radicata. Oltre un nato su cinque tra gli iscritti in anagrafe per nascita nel 2012 è di cittadinanza straniera in Emilia-Romagna, in Veneto e in Lombardia; seguono con valori più contenuti Piemonte e Toscana, Umbria e Marche. Al contrario, in quasi tutte le regioni del Mezzogiorno la percentuale di nati stranieri è decisamente più contenuta (circa il 5% nel Sud ed il 4,6% nelle Isole). Considerando la composizione per cittadinanza delle madri straniere, al primo posto per numero di figli si collocano le rumeno, al secondo le marocchine ed al terzo le albanesi seguite dalle cinese. Va sottolineato come queste quattro cittadinanze da sole rappresentino quasi la metà delle madri straniere (46,9%).

La distribuzione delle cittadinanze dei genitori per tipologia di coppia rivela l’elevata propensione a formare una famiglia con figli tra concittadini (omogamia) per le comunità maghrebine, cinesi e, più in generale, per tutte le comunità asiatiche ed africane. All’opposto le donne ucraine, polacche, moldave, russe e cubane immigrate nel nostro Paese mostrano un’accentuata propensione ad avere figli con partner italiani più che con connazionali. In una situazione intermedia si collocano la comunità rumena e quella albanese, caratterizzate da un’elevate omogamia, ma anche da una non trascurabile propensione, da parte di queste donne ad avere figli con partner italiani (rispettivamente il 22% ed il 12% dei nati).

La distribuzione delle nascite per età della madre consente di apprezzare lo spostamento della maternità verso età sempre più avanzate, caratteristica questa ancora più evidente per le madri di cittadinanza italiana. La posticipazione delle nascite ha contribuito al forte abbassamento della natalità osservato nel nostro Paese della seconda metà degli anni Settanta alla prima metà degli anni Novanta. Successivamente si è registrato un parziale recupero delle nascite precedentemente rinviate in particolare da parte delle baby-boomers, che si è tradotto in un progressivo aumento delle nascite con più di 35 anni ravvisabile soprattutto al Nord ed al Centro. Nel 2012 le donne hanno in media 31,4 anni alla nascita dei figli, circa un anno e mezzo in più rispetto al 1995, valore sale a 32 anni per le madri di cittadinanza italiana.

Oltre il 7% dei nati ha una madre di almeno 40 anni, mentre la proporzione dei nati da madri di età inferiore a 25 anni nel 2012 è pari al 11,1% del totale. Considerando le sole donne italiane la posticipazione della maternità è ancora più accentuata: l’ 8,2% sono ultraquarantenni e solo l’8,5% ha meno di 25 anni.
Il dato medio nazionale nasconde significative differenze territoriali: il calendario delle nascite è tradizionalmente anticipato nelle regioni del Mezzogiorno, dove la proporzione di nascite da madri italiane al di sotto dei 25 anni è in media del 13% (il 16,8% in Sicilia, il 14,2% in Campania), mentre le madri con almeno 40 anni sono mediamente il 6%; i casi di particolare “invecchiamento” delle madri italiane si registrano in Sardegna, dove la percentuale dei nati da madri ultraquarantenni supera l’ 11%, nel Lazio, in Liguria e Toscana  sopra il 10%.

Sono circa 132 mila i nati da genitori non coniugati nel 2012, in linea con l’anno precedente; tuttavia a causa della forte diminuzione dei nati da coppie coniugate il loro peso relativo è aumentato dal 24,5% del 2011 al 24,8% del 2012. L’incidenza del fenomeno è triplicata rispetto al 1995, quando soltanto l’8,1% delle nascite avveniva al di fuori del matrimonio; la geografia, al contrario, è invariata con valori decrescenti man mano che si procede da Nord verso Sud.

Inoltre, nel 2012, le residenti in Italia hanno avuto in media 1,42 figli per donna, in linea con la diminuzione osservata negli ultimi anni. La riduzione della fecondità ha interessato tanto le donne di cittadinanza italiana, passate da 1,34 figli per donna del 2008 a 1,29 figli per donna del 2012, quanto quelle di cittadinanza straniera passate rispettivamente da 2,65 a 2,37 figli per donna. Va segnalato che la nuova fase di diminuzione si sta realizzando in un quadro di congiuntura economica sfavorevole che verosimilmente sta agendo nel verso di una procrastinazione delle nascite sia per le donne italiane che per le donne straniere.

Sulla base delle informazioni contenute nella rilevazione degli iscritti in anagrafe per nascita, l’Istat presenta come di consueto la distribuzione dei 30 nomi maschili e femminili più frequenti nel 2012: a livello nazionale il nome Francesco mantiene il suo primato, mentre Sofia è subentrata a Giulia già nel 2010. Nonostante ci siano circa 30.000 nomi diversi per i maschi e altrettanti per le femmine (includendo sia i nomi semplici sia quelli composti), la distribuzione del numero di bambini secondo il nome rivela un’elevata concentrazione intorno ai primi 30 nomi in ordine di frequenza, che complessivamente coprono il 48% di tutti i nomi attribuiti ai bambini e il 41% di quelli delle bambine.

Si chiamano, infine, Adam, Rayan, Mohamed, ma anche Matteo, Alessandro o Davide i bambini stranieri nati da genitori residenti nel nostro Paese. Per le bambine il primato spetta a Sara, seguita da Sofia, Malak e Melissa. Da notare come, rispetto alla graduatoria generale, in quella dei nomi dei nati stranieri la variabilità è maggiore: i primi trenta nomi maschili coprono circa il 16% del totale dei nomi utilizzati ed i primi 30 femminili meno del 15%.
Le preferenze dei genitori stranieri si differenziano a seconda della cittadinanza. La tendenza a scegliere per i propri figli un nome diffuso nel paese ospitante piuttosto che uno tradizionale è spiccata per la comunità cinese. I bambini cinesi iscritti in anagrafe per nascita si chiamano Matteo, Andrea, Alessandro, Angelo, ma anche Kevin, Alex; il nome più frequente scelto per le bambine è Sofia, seguito da Elena, Elisa e Emily.