1139721-soldiLa crisi abbatte i redditi delle famiglie e delle imprese ed estende le maglie dell’usura anche su aree del Paese che fino a poco tempo fa risultavano impermeabili a questa piaga. Salerno, che tra le 103 province monitorate si piazza al settimo posto, è tra le città italiane a più elevato rischio di usura.

A lanciare l’allarme è una delle indagini presentate nel corso della Giornata nazionale per la trasparenza e la legalità, promossa da Unioncamere, che dedica uno specifico focus a questo fenomeno dilagante.

Dalla ricerca emerge che, nel 2012, 11 milioni e 275mila italiani (pari al 18% della popolazione residente) risiedevano in province con un basso rischio di indebitamento patologico o di esclusione dal credito, mentre solo nel 2010 erano oltre 17 milioni (pari al 28% della popolazione). Una preoccupante conferma, per la nostra provincia, che già nel 2010 aveva conquistato il triste piazzamento palesando una situazione che dall’ultimo monitoraggio poco o nulla è cambiata.

La mappa delle aree a più elevato rischio usura riguarda in buona parte il Mezzogiorno e comprende innanzitutto Napoli e Caserta, che guidano la classifica dei territori a richio, seguiti da Reggio Calabria, Caltanisetta, Trapani, Vibo Valentia e, appunto, Salerno.

Due anni fa la situazione era allarmante anche a Benevento (quinta in graduatoria) e Avellino (tredicesima), ma da allora, almeno in questi due capoluoghi, qualcosa è migliorato: Benevento nella nuova rilevazione è ventesima, Avellino venticinquesima.

Sempre secondo lo studio di Unioncamere in Campania e Calabria, ma anche nelle aree di confine dell’area nord-occidentale, si concentrano i territori più fertili per gli usurai.

La diminuzione dei ricavi e dei margini dovuto alla congiuntura, il razionamento e la definitiva esclusione dall’accesso al credito, gli insuccessi nel fronteggiare le crisi aziendali, l’accumulazione di crediti in sofferenza e di irrecuperabili insolvenze, la fragilità strutturale dell’impresa, la presenza in un mercato fortemente influenzato dalla criminalità e la concorrenza sleale di operatori del sommerso e con margini operativi in nero sono le condizioni principali che consentono al mercato illegale del denaro di proliferare.

L’usura, in questo sfondo, riceve un’oggettiva incentivazione anche per trasformarsi in occasione privilegiata per le mafie di avere denaro da gestire, una liquidità che consente alle organizzazioni di riciclare denaro sporco ed entrare sempre più facilmente nel circuito del credito legale e in territori tradizionalmente vergini dal punto di vista dell’aggressione mafiosa. Una ulteriore e lucrosa fonte di reddito, quindi, per un sistema complesso che, grazie alle sue molteplici forme d’azione, fattura decine di miliardi di euro.

Anche su questo fronte, quindi, si sta progressivamente orientando l’attività degli 52 Sportelli per la legalità, costituiti in questi anni dalle Camere di commercio. Strutture di riferimento e di supporto agli imprenditori che rischiano di diventare (o già sono divenuti) vittima dell’illegalità. Sui medesimi temi, peraltro, Unioncamere ha recentemente siglato tre Protocolli d’Intesa con Libera, Interesse Uomo e Transparency International-Italia, che rafforzeranno l’attività degli Sportelli camerali.

Le oasi felici dello stivale sono nell’ordine: Bolzano, Sondrio, Cuneo, Belluno, Trento, Parma, Piacenza, Treviso, Asti e Mantova. Le città meno esposte al rischio usura nel Mezzogiorno sono i capoluoghi della Basilicata, Matera e Potenza e che fanno ben sperare per il futuro.