Vincenzo De Luca (Pd) 2Per il sindaco e viceministro ai trasporti Vincenzo De Luca il doppio incarico non esiste. E’ un De Luca grottescamente scoppiettante quello che appare dallo schermo della trasmissione a lui dedicata da ‘Lira Tv’.

Il tema sempre lo stesso da mesi è la questione dell’incompatibilità tra la carica di sindaco e quella di viceministro.

“La mia vicenda al Ministero – esordisce il primo cittadino – mi ha disgustato; mi rivolgo ai miei concittadini, perché mi fa star male l’idea che possa trasmettersi l’immagine di uno che vuole avere più incarichi”.

Per De Luca il ritrovarsi a far parte del governo è uno di quegli accidenti della vita che nessuno vorrebbe mai gli capitasse

“Sono nel Governo perché un pomeriggio ho ricevuto una telefonata dal segretario regionale nella quale mi si annunciava che avevano pensato a me come viceministro. Non ho parlato con nessuno, non ho chiesto niente a nessuno, non ho contattato nessun vertice di partito o di governo; sono stato chiamato a dare un contributo e ho dato la mia disponibilità a fare quel lavoro per cui sono stato scelto”

Dopo sette mesi la responsabilità della scelta mancata tra i due incarichi è come sempre degli altri

“Gli stessi che mi avevano chiamato sono scomparsi e non rispettano la legge che regola le competenze dei viceministri” Per De Luca il suo braccio di ferro ha due ragioni.

Da un lato bisogna “Reagire all’intollerabile arroganza di un Ministro che non può pensare di gestire tutto come una bottega privata. Prima Lupi rappresentava tutto il Pdl, ora rappresenta trenta deputati” La battaglia personale del sindaco è quindi “una lotta contro lo ‘scilipotismo di ritorno’. Non è possibile – ammonisce – che un partito di trenta deputati abbia la vicepresidenza del Consiglio e i ministeri dell’Interno, delle Infrastrutture e Trasporti, della Sanità, dell’Agricoltura, delle Riforme Istituzionali e della Giustizia, mentre un altro partito di trecento deputati abbia solo Bray, Kyenge, Trigilia, il ‘ministro delle fantasie’  Delrio e il ‘ministro dimezzato’  Zanonato, al quale il Viceministro Catricalà ha sottratto tutto il comparto delle Poste e Telecomunicazioni”

Dall’altro c’è la difesa degli interessi del Sud. “Io – sottolinea con orgoglio meritevole senz’altro di miglior causa – sono l’unico esponente politico meridionale nel governo: se esco io, il Mezzogiorno è totalmente cancellato. Dobbiamo combattere, perché non ci regaleranno niente. Un esempio: se non c’è una presenza come la mia nel governo, la metropolitana di Salerno si ferma qui: e invece dovremmo finanziare il prolungamento verso l’Università, verso Nord e Sud. Chi dovrebbe farla questa battaglia?

“Il doppio incarico non esiste, e men che meno esiste il doppio stipendio” è il perno di un ragionamento quello portato avanti da De Luca che sembra scricchiolare da ogni parte. Qualcuno dovrebbe ricordare al primo cittadino e viceministro che il cosiddetto ‘scilipotismo di ritorno’ è questione recente risalente allo scorso 18 novembre mentre la sua vicenda nasce ad Aprile scorso.

Per non parlare poi delle sue presunte battaglie a favore del sud e di Salerno in particolare. A parte inaugurazioni di opere ed operette teatrali non si registrano grandi slanci di attivismo. La copertura finanziaria della metro di Salerno è assicurata dal Comune fino al 31 dicembre, dal 1 gennaio 2014  il reperimento delle risorse è un’incognita la cui soluzione è affidata soltanto alla benevolenza di Trenitalia.

Un abile parolaio dalla memoria corta, questo appare sempre più il sindaco della rinascita di una città che di nuovo non sembra avere proprio nulla se non la sua inspiegabile voglia di demagogia.

Raffaele de Chiara