Il Vicolo della NeveSalerno. Una stradina di Salerno diversa da tutte le altre del centro quella del Vicolo della Neve. Vicolo da sempre ricordato come punto di incontro di vecchi letterati che si fermavano qui per chiacchierare e far vivere nell’aria quel profumo di cultura, un profumo di Salerno culturale che ormai poco si inebria nel nostro territorio. E’ questa la costatazione di Pino Roscigno, grafico pubblicitario di Salerno, che si pone in prima fila come portavoce della cultura, della poesia di Alfonso Gatto.

Il modo migliore per arrivare alle orecchie ma soprattutto agli occhi dei giovani e adulti salernitani è attraverso i media, i mezzi di comunicazione che informano più di tutto, come Facebook, ed è proprio tramite un evento virtuale che Pino Roscigno riesce a far rievocare la poesia di Alfonso Gatto nell’animo delle persone.

Un Vicolo della Neve ormai chiamato “Vicolo della Poesia”, colorato da fogli che improntano poesie di Alfonso Gatto proprio per attirare chi passa lì e non si accorge della bellezza di cui è circondato.

Vicolo della NeveCosa spinge Pino Roscigno ad intraprendere questa iniziativa?

“L’iniziativa nasce dall’esigenza di far rivivere o conoscere un po’ il nostro territorio, soprattutto rivolto alle nuove generazioni ma anche a quelle passate. Il Vicolo delle Neve come tutto il Centro Storico, è ricco di storia. Tante volte, nella nostra piccola impresa di commercianti, percorriamo dei vicoli, percorriamo delle strade che hanno un loro nome, un nome che risulta ai tanti sconosciuti, come Romualdo o Trotula De Ruggiero. Ma ci sono tanti luoghi che appartengono alla nostra storia ma non vengono ormai valorizzati, passano inosservati. Strade non sconosciute abbastanza e non si cerca di far ritornare la storia. ”

Vicolo della nevePerché proprio il “Vicolo della Neve” e non altre strade?

“Si tratta di un percorso poetico. Grazie alla frequentazione della conosciuta pizzeria “Vicolo della neve”, un luogo storico, negli anni settanta da parte di gente della cultura, scrittori, pittori. Anche in città grazie alla  Fondazione Gatto, c’è la volontà di far rivivere questi luoghi in relazione ad Alfonso Gatto. Da qui nasce l’idea con la partecipazione di tanti poeti, che a Salerno ce ne sono parecchi ma purtroppo non conosciuti abbastanza a causa dei processi di commercializzazione.”

Come invece nasce e come la sviluppi?

“Nasce il 15 agosto di quest’anno. Creo un evento su Facebook e parlo ai miei amici di questa iniziativa e invito loro a scrivere e inviarmi poesie, facendo rivivere il Vicolo della Storia, faccio rivivere Alfonso Gatto. Già su internet o anche solo tramite face book possiamo renderci conto di come stia esplodendo la Street Art, che non è l’espressione di tante persone che, prive di spazi, disegnano sui muri poiché non hanno punti di espressione. La strada diventa la loro espressione.”

Vicolo della neveIniziativa ammirevole quella di far rivivere Alfonso Gatto grazie al Vicolo della Neve, interessante anche con quale semplicità viene realizzata.

“Nel nostro territorio ho cercato di creato un qualcosa di sostenibile. Per lasciare l’impronta di Alfonso Gatto, uso un silicone trasparente che non invade il muro, proprio per rispettare il mio ambiente. Lì dove staccano la carta io posso riparare il danno. Ma se la maggior parte delle poesie è ancora qui al muro significa che le persone hanno accolto l’iniziativa e rispettano ciò. È stato inoltre chiesto ai residenti e agli operatori commerciali se poteva far piacere se l’iniziativa fosse presente in zona per più tempo e l’idea è stata accolta con molto piacere.”

Ormai il Vicolo della Neve ha riacquistato il suo valore poetico grazie all’operato di Pino Roscigno che ama il suo lavoro, ama il suo territorio ma soprattutto ama il valore storico che questo gli può donare. Anche se sono passati decenni e anche se non sono più i letterati a chiacchierare in questo vicolo, ci sono persone che pur vivendo la vita di tutti giorni tra impegni e divertimento, per un attimo si soffermano sui versi di chi ha cambiato la storia letteraria di Salerno, Alfonso Gatto.

Articolo e foto di Clemente Donadio

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