cenone di capodannoSalerno. Dalla notte dei tempi, da quando il cibo ha cessato di essere un esclusivo mezzo di sopravvivenza ma il giusto modo per trascorrere del tempo in compagnia del gusto, il leitmotiv delle feste di Natale, oltre tutto il resto, è da sempre stato il buon cibo. Perché per quello non c’è  crisi o difficoltà che regga.

Si può rinunciare a tutto, ma non al tradizionale veglione di fine anno con rigoroso menù di mare, abbondante e variegato. Più si scende a Sud di una nazione come l’Italia,  fortemente orientata alla gastronomia, e più si scoprono tradizioni ed abitudini che diventano, consacrate dalla consuetudine, un vero e proprio rito da condividere con i cari. Per i più pigri, stanchi di stare ai fornelli, ci sono ristoranti storici che propongono classici menu’ a base di pesce ma non solo.

Passando per  Salerno, nel cuore del centro storico di una città illuminata dalle Luci d’Artista, ci si può fermare da ‘Dedicato a mio padre’, dove con un budget di 80 euro il proprietario Raimondo offre un menù cha parte dal crudités di pesce, continuando con una scelta di due primi e un secondo, accompagnati da vini nostrani, dalla falangina al greco di tufo, dolce compreso.

Proseguendo per la litoranea si può arrivare a Paestum, all’Hotel Ariston, storico albergo a cinque stelle,  che propone un menù al prezzo di 120 euro a scelta fra terra e mare, con una vasta gamma di vini, Berlucchi e dolci tipici. In più per gli amanti dello spettacolo si potrà assistere ad balletto burlesque e intrattenersi con la comicità di un cabarettista.

Per chi invece è attento a fare i conti in tasca, ci sarebbe stato, perché ha già fatto il tutto esaurito, un menù completo di terra e mare a soli 35 euro alla Brezza, a fonte di Capaccio Scalo.

Per gli amanti della Costiera Amalfitana, non si può non considerare il fascino irresistibile della veduta, oltre che della sapienza culinaria, della torre normanna. Qui, con la cifra di 130 euro, si possono gustare capesante affumicate al limone e vaniglia con passatina di zucca, arancia e liquirizia, il risotto al tartufo bianco d’Alba e astice bretone, un involtino di grano con ricotta di bufala, pescatrice e fonduta al provolone del Monaco e un filetto di branzino con asparagi scottati, flan di porcini e guazzetto di molluschi e una serie di dolci prelibati da abbinare allo Champagne “Torre Normanna”.

Per chi invece non vuole spendere tanto, salendo per il valico di Chiunzi,  si può fermare  alla trattoria ‘Il Castagneto’, con una scelta tra due tipi di menù, uno da 35 e l’altro da 45 con in più un’insalata di mare e gamberoni grigliati, e il classico zampone e lenticchie di buon auspicio.

Stando alle parole dei ristoratori la crisi sembra non aver investito questo settore, per il quale la gente non sembra badare troppo a spese, l’importante però è non sacrificare la qualità, rigorosamente d’eccellenza. Stando alle stime dei ristoratori le presenze dei clienti, negli ultimi anni se è vero che hanno subito un lieve calo, di sicuro la notte di San Silvestro fanno registrare, come d’abitudine, il tutto esaurito in quasi tutti i locali più rinomati, e non, della zona.

Per i più giovani, che proprio non ci pensano a spendere tanto e si accontentano del tradizionale cenone in famiglia, ci si può sempre fermare durante il classico struscio da ‘Botteghelle 65’ a Salerno dove gustare deliziosi formaggi come quelli della bottega del formaggio di Giungano, quelli di Casa Madaio, i salumi di Gioi e tanto buon vino.

Chi si trova a Nocera Inferiore non può invece non fermarsi alla vineria ‘Buio’, dove poter gustare un buon  “cuoppo” di pesce fritto e brindare insieme con spumante, cocktail e vini di ogni genere e ballare fino all’alba.

Maria Giovanna Ruggiero