c_5b5b08eb2f“C’è Auschwitz, dunque non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo”.

Queste le parole di Primo Levi, uno dei grandi scrittori superstite che in pochi libri è riuscito a raccontare la mostruosità di un mondo fatto di sangue e di atroce morte di ebrei per mano di nazisti. Correva l’anno 1945. Precisamente 69 anni fa le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, nel corso dell’offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Auschwitz scoprendo il famoso ma triste campo di concentramento liberando così i pochi superstiti. La scoperta di questo luogo grigio macchiato di sangue e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista.

In tutta Italia, come del resto in gran parte del mondo, si ricordano oggi le tante vittime che l’Olocausto ha “regalato” senza pena e senza timore alla storia dell’umanità.

Non è un caso che il termine “Shoah” indichi una “catastrofe”.

Shoah, una parola ebraica che richiama un sacrificio biblico: con esso si vuole dare un senso alla morte, un senso ad un’incontenibile tragedia.  Liberati i superstiti, le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono al mondo la brutalità di un vero e proprio genocidio e quello che in questo giorno si cerca di imparare è molto semplice: non dimenticare.

Questo è lo scopo, il fulcro di ciò la Giornata della Memoria vuole tramandare. Convegni, manifestazioni, libri, racconti, documenti, oggi ogni pensiero, ogni movimento, ogni iniziativa fa riaffiorare questo ricordo atroce che ha segnato con il rosso sangue la storia. Una storia che non deve essere solo una fonte per il presente ma anche per le generazioni future che, a loro volta, avranno il compito di “tramandare” un orrore storico e quindi di non dimenticare questo errore.  Per non ripeterlo.

La legge italiana definisce così le finalità del Giorno della Memoria: “Data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz… al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.