IMG_6431Pertosa. Sono ventitré le tratte ferroviarie dimenticate in Italia. Un patrimonio ferroviario, storico e urbanistico che, nonostante le speranze di molti pendolari, difficilmente tornerà al suo utilizzo originario: collegare il centro con la periferia.

Per non dimenticare, per non lasciare al degrado quell’immensa memoria storica, la Confederazione Mobilità Dolce (CO.MO.DO.) ha istituito la Giornata Mondiale delle Ferrovie dimenticate nella quale si prova, in tutta Italia, a dare nuova vita a quelle ventitré linee abbandonate, facendole conoscere e riconoscere ai più sotto vesti diverse.

Passeggiate a cavallo in Toscana, a piedi nel Lazio e sulle biciclette ferroviarie in Campania. Precisamente sui binari della linea Sicignano – Lagonegro, chiusa ‘temporaneamente’ dal 1987 e che ogni anno, dal 1995, si svela a nuova bellezza a chi osa guardarla con occhi e mezzi nuovi. Fautori di questa iniziativa, tra le altre associazioni, c’è il Club Alpino Italiano (CAI) di Salerno che da 19 anni si batte per il recupero della tratta ferroviaria Sicignano – Lagonegro. “Questo recupero non deve essere necessariamente per la circolazione dei treni – spiega, raggiunto al telefono, Antonello Sica, membro del Club Alpino Italiano Salerno e organizzatore della giornata di trekking ferroviario – Abbiamo tratti di immenso valore storico, paesaggistico e naturalistico come la Polla – Petina, protagonista della giornata di trekking ferroviario di quest’anno”.

La partenza, ieri mattina, è stata la stazione di Pertosa e l’arrivo a Polla. 4,7 chilometri di strada ferrata e meraviglie naturali, comprese le grotte di Pertosa – Auletta, che hanno lasciato sbalorditi gli oltre 150 partecipanti alla passeggiata, dei quali tre venuti da Milano: “C’è stata grande partecipazione – continua Sica – nonostante il tempo incerto. Per i meno audaci abbiamo dirottato piacevolmente il programma mattutino verso un percorso di trekking urbano a Polla. Il pomeriggio, invece, è stato dedicato alla proiezione di video storici del Cai di Salerno, compreso quello della prima passeggiata ferroviaria del 1995”.

Nonostante la voglia dei volontari del Cai di Salerno, della Fondazione Mida, dei comuni delle città interessate, della comunità montana “Vallo di Diano” e altri ancora di portare avanti questa lotta a che la Sicignano – Lagonegro venga tenuta sistematicamente aperta ad uso turistico, da parte delle Ferrovie dello Stato risulta forte la volontà di non occuparsene più: “E’ abbandonata al degrado – conclude Sica – tanto abbandonata che prima del trekking ci tocca ripulire da erba alta, rami e quant’altro. Noi vogliamo che la tratta resti aperta in modo permanente ad uso turistico e chiediamo che si prenda atto che la dicitura “chiusa temporaneamente” è incorretta e crea solo disinteresse da parte della politica e delle Ferrovie”.

Arianna Grilli