tasche-vuoteCinquant’anni fa l’Italia era povera, ma bella. Oggi, dopo una crisi lunga cinque anni che stenta a finire, la bellezza si nasconde, ma la sensazione di poverà resta forte. Secondo l’osservatorio mensile di Findomestic (società di credito al consumo del gruppo Bnp Paribas), rispetto a cinque anni fa il 65% degli italiani si ritiene “più povero”, il 28% considera “stabile” la propria situazione e solo il 3% afferma, con una certa sicurezza, di essere “più” ricco.

Nel frattempo, nonostante la bassa inflazione, si è alzata la cifra mensile sotto la quale una famiglia si sente in condizioni di povertà: lo scorso anno era di 1.350 euro, quest’anno è salita a 1.550 euro mensili. Cala, invece, la soglia oltre la quale una famiglia viene definita ricca: da 4.100 a 3.830. Un segno, secondo l’Osservatorio, che testimonia come “gli Italiani sembrano essersi abituati a vivere con meno”.

Sul fronte del risparmio, il 32% ammette che non riuscirebbe ad affrontare una spesa imprevista superiore ai 1.000 euro, mentre il 20% sarebbe invece capace di sostenerne una anche superiore ai 10.000. Ci sono, però, ambiti in cui gli italiani non sono disposti a fare rinunce: sono le spese mediche (cure dentistiche, in particolare) e per l’istruzione.

Da segnalare, comunque, la riduzione di quanti giudicano i propri risparmi insoddisfacenti all’interno della classe socio-economica bassa e medio-bassa: il dato, tra 2013 e 2014, è calato di 8 punti percentuali, a conferma che chi è povero ha registrato un lieve miglioramento della propria condizione. Sempre a proposito di risparmio, gli Italiani che si dicono pronti, da oggi a maggio 2015, ad incrementare i soldi da mettere da parte, sono il 15,1% (contro il 15,3 di aprile). In materia di fiducia, il dato di maggio secondo L’Osservatorio, è stabile rispetto a quelli degli ultimi mesi: 3,48 punti, contro i 3,38 di aprile e i 3,45 di marzo. La soglia positiva, tuttavia, resta a 7, in una scala che va da 1 a 10.