Sciopero patronatiSalerno. Pronti ad una nuova mobilitazione i patronati salernitani ACLI, INAS, INCA ed ITAL per la protesta contro la legge di stabilità approdata al Senato che prevede i tagli ai fondi che li sostengono.

I patronati aderenti al CE.PA – “Centro Patronati” promosso dai patronati Acli, Inas-Cisl, Inca-Cgil e Ital-Uil scrivono sia al Presidente del Consiglio Matteo Renzi che al presidente del Senato Pietro Grasso, per chiedere un incontro urgente per consegnare il milione di firme raccolte in poco più di un mese, da parte di tanti cittadini, a sostegno della petizione che chiede di cancellare la nuova manovra finanziaria che prevede il taglio delle risorse ai patronati.

La nuova manovra, infatti, tagliando fondi e quindi risorse, rappresenta un pesante attacco al diritto alla tutela dei cittadini sancita dalla Costituzione italiana, con gravi conseguenze per i livelli occupazionali.

Quindi altri posti di lavoro in meno e costi maggiori per i cittadini che dovrebbero affidarsi a consulenti privati.

“Se la norma dovesse passare l’esame del Senato” – spiegano i quattro patronati nella lettera a Grasso – “dovremmo affrontare una dolorosa riduzione del personale che con impegno e passione ogni giorno lavora a contatto con il pubblico. Il provvedimento, allo stato attuale, comporterebbe la chiusura di molti dei nostri sportelli; i cittadini sarebbero quindi lasciati in balia del mercato privato dei consulenti, con l’aggravante di dover pagare per ottenere prestazioni previdenziali e socio-assistenziali cui hanno diritto”.

“A sostegno delle nostre ragioni – si legge in entrambe le lettere a Renzi e a Grasso – continuiamo a ricevere attestati di  solidarietà  non  solo  da  parte  di  deputati  e  senatori,  ma  anche  degli  Enti previdenziali (Inps ed Inail), che hanno ripetutamente sottolineato come la riduzione delle risorse ai patronati metta in ginocchio il loro stesso funzionamento”.

Nella lettera inviata al Presidente del Consiglio, i quattro patronati precisano che “pur essendo consapevoli delle difficoltà in cui versa il nostro paese, riteniamo ingiusto trasformare l’esercizio di qualsiasi diritto in una competizione di mercato, costringendo il cittadino a rinunciare alla tutela gratuita”.

Acli, Inas, Inca e Ital avvertono quindi che la mobilitazione unitaria, avviata più di un mese fa, continuerà su tutto il territorio nazionale per il rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti, con iniziative di carattere locale.