20150128_095813 Salerno. Dopo il crollo del soffitto dell’Istituto Nautico e per il Turismo “Giovanni XXIII” di Torrione, questa mattina gli studenti sono scesi in strada per protestare.

A protestare non solo gli allievi del Nautico, ma la maggior parte degli istituti superiori di Salerno: Severi, De Sanctis, Da vinci, Genovesi, Menna, Tasso, Da Procida, , Artistico, compresi Sabatino e Menna. Gli studenti chiedono quindi che si tuteli la loro incolumità e che possano studiare in un’ambiente sicuro e a norma di legge.

Il corteo, dopo aver fatto tappa a Portanova per tenere un’assemblea, esporrà, attraverso una delegazione che si recarà presso il Comune e la Provinica, le motivazioni della protesta.

Come chiariscono i giovani dal megafono, questo corteo sancisce la nascita del Movimento studentesco salernitano: “un agglomerato di studenti liberi, senza partiti, sindacai, nessun burattinaio che ci manovri”.

 

I ragazzi che sfilano ci tengono a precisare che il corteo è stato interamente organizzato e autofinanziato dai rappresentati d‘istituto di Salerno e dai suoi studenti.

Oltre a chiedere maggiore sicurezza per quanto riguarda gli edifici scolastici , gli studenti sono scesi in piazza per puntare l’attenzione sulle problematiche legate alla scuola in tutte le sue sfaccettature. “Oggi scendiamo in piazza per chiedere, non solo l’istruzione pubblica e gratuita, così come sancisce la nostra Costituzione, ma anche spazi sociali – a Salerno mancano biblioteche, spazi dove i giovani possano incontrarsi per discutere -, il miglioramento dell’edilizia scolastica ” spiegano i ragazzi del corteo, che proseguono “la situazione dell’istituto Nautico è sotto gli occhi di tutti, inoltre, le scuole di Salerno hanno almeno 70anni e molte non hanno il certificato di agibilità– e, infine, chiediamo di puntare l’attenzione anche sulla situazione dei trasporti – uno studente di Pontecagnano per venire a scuola spendeva 1 euro e 30 centesimi al giorno e ora 2 euro e 10 centesimi, con un rincaro di oltre il 70% -. Per questo scendiamo in piazza, per qualcosa che possa cambiare la vita degli studenti e, soprattutto, senza qualcuno che ci manovri dall’alto”.