luci d'artistaSalerno. Dopo tre anni la proposta del Consigliere comunale Antonio Cammarota e dell’associazione La nostra Libertà è stata accolta.

La Giunta comunale ha approvato, infatti, una delibera che istituzionalizza il marchio legato all’evento delle luminarie.

Nessuno scippo, ci mancherebbe, compete all’amministrazione realizzare le proposte, mica a La Nostra Libertà. Meglio tardi che mai. Lo sanno veramente tutti che da anni con La Nostra Libertà sosteniamo l’idea del marchio pubblico – afferma Cammarota – La mia prima istanza risale al 18 ottobre 2012, seguita da interrogazioni nel 2013, la discussione sul marchio in commissione il 29 ottobre 2013 inspiegabilmente senza esito, e quindi in ogni consiglio comunale di quest’anno e nelle conferenze dei capigruppo direttamente a De Luca”.

“Un marchio per la nostra terra, nel 2013 – ricordafacemmo anche un manifesto, per istituire in mano pubblica con le associazioni di categoria e la Camera di Commercio il marchio commerciale e turistico della Città delle Luci, con il quale monetizzare il ritorno di immagine, con la realizzazione di prodotti della tradizione e con l’industria salernitana di produzione delle luci, esaltando così la nostra terra, la nostra economia, creando lavoro per i nostri giovani. Tuttavia – ammette il Consigliere comunale – la delibera non dice nulla, se non la registrazione tecnica affidata agli uffici anzicchè a scelte politiche di governo, non vorrei si nascondesse il tentativo di favorire i soliti amici degli amici con opere di clientela e di piccolo cabotaggio. Occorre invece partecipare le scelte ai soggetti istituzionali territoriali e alle categorie produttive se si vuole fare sistema, come l’idea del marchio, almeno la nostra, impone”.

Creare ricchezza e lavoro con le proprie risorse è un imperativo morale. Anzicchè far cassa sporca con Soget o con la svendita urbanistica della città o della sua identità come per Centrale del Latte, o utilizzando le luci per portare soldi ai mercatini di natale torinesi mentre i nostri negozi chiudono. Ora – conclude Cammarota – ci aspettiamo delibere sulla clausola sociale e sulle pratiche giacenti di condono edilizio, altre antiche proposte nel cassetto. Anche se non ce lo diranno, ognuno ha il suo stile”.