2859951-cellulareL’Asaps, Associazione Amici della Polizia Stradale, ha lanciato una proposta forte in merito all’uso del cellulare durante la guida.

Il Presidente dell’associazione,  Giordano Biserni, ha ricordato che la percentuale già elevata dell’utilizzo irregolare del telefonino al volante, pari al 12,4% nelle ore di punta, monitorata dalla stessa associazione alla fine del 2013, è aumentata; inoltre, non si conosce il numero effettivo degli incidenti dovuti all’uso del cellulare perché in Italia dal 2009 non si riescono più a monitorare gli incidenti causati da alcool e droga, al contrario dell’America, ad esempio, che ha quantificato oltre 3mila morti annui.

La conversazione al telefono durante la guida, ha proseguito Biserni, riduce la capacità di attenzione in percentuali alte e se si utilizza lo smartphone per la messaggistica si perdono in media 10 minuti di concentrazione, come se a 100 km/h si percorrono 280 metri praticamente al buio e a 50 km/h 140 metri: si tratta di uno spazio enorme, soprattutto in centro abitato.

Secondo un’altra valutazione dell’Asaps, la percentuale di fuoriuscite per sbandamento sfiora il 40% negli incidenti del weekend, dopo un periodo estivo segnato dall’aumento della mortalità stradale.

Molto probabilmente in quel 40% si inseriscono anche le distrazioni per uso del telefonino e le sanzioni previste per la violazione dell’articolo 173 attualmente corrispondono a 161 euro con la decurtazione di cinque punti, a cui si somma, ma pochi lo sanno, la sospensione della patente da uno a tre mesi, nel caso in cui lo stesso conducente abbia commesso una seconda infrazione in un biennio.

Proprio perché tali sanzioni non risultano efficaci, l’Associazione insieme al Presidente propone che alla violazione segua l’immediato ritiro della patente con sospensione da uno a tre mesi alla prima violazione e il sequestro, ai fini del momentaneo fermo amministrativo, del cellulare per un mese (tre mesi per la seconda infrazione nel biennio).

Qualcuno non sarà d’accordo ma, il Presidente sostiene che in teoria la misura si armonizzerebbe con quanto previsto dalla legge 689 del 1981 in tema di sequestro e confisca del mezzo con cui è stata commessa l’infrazione amministrativa.