carneL’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) di Lione, appartenente all’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), ha rivelato che le carni rosse e le carni lavorate possono causare il cancro.

Il rapporto, anticipato nei giorni scorsi dal Daily mail e pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Oncology, è stato redatto in base agli oltre 800 studi che indagavano sul legame tra le carni rosse e l’insorgenza del tumore.

Il team dell’Iarc, formato da 22 esperti provenienti da 10 Paesi, ha catalogato tra le sostanze cancerogene certe del gruppo 1, al pari del fumo, amianto, arsenico e benzene, “sulla base di sufficienti evidenze che le legano al tumore del colon, le carni rosse lavorate, ovvero quelle salate, essiccate, fermentate, affumicate, trattate con conservanti per migliorarne il sapore o la conservazione. Inoltre un legame è stato individuato anche con il tumore allo stomaco”.

Il consumo di carne rossa, come manzo, maiale, vitello, agnello, montone, cavallo o capra, è stato invece inserito nella lista delle sostanze probabilmente cancerogene del gruppo 2, “in considerazione dei numerosi e rilevanti dati che dimostrano un’associazione positiva fra carni rosse e soprattutto cancro al colon, ma anche tumori di pancreas e prostata”.

A tal proposito, il dottor Kurt Straif, capo dello Iarc Monographs Programme, ha dichiarato che “Per una persona il rischio di sviluppare il cancro del colon-retto a causa del consumo di carne rimane basso, ma aumenta se si esagera con le quantità. In considerazione però del gran numero di persone che nel mondo mangiano giornalmente questo alimento, l’impatto globale sull’incidenza dei tumori è un fattore importante per la salute pubblica”.

Christopher Wild, direttore dell’Iarc, ha sottolineato che “I risultati del gruppo di lavoro devono far riflettere sulla possibilità di rivedere le attuali raccomandazioni sui limiti all’assunzione di carne. Allo stesso tempo però questo alimento ha un alto valore nutrizionale. Quindi è essenziale che i governi e le agenzie regolatorie internazionali intervengano per bilanciare i rischi e i benefici del consumo di carne rossa e lavorata e forniscano le migliori raccomandazioni dietetiche alla popolazione”.

Per Carmine Pinto, Presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), la decisione di includere le carni lavorate e le carni rosse nell’elenco delle sostanze cancerogene rappresenta un ritorno alla dieta mediterranea: “La Iarc conferma dati che conoscevamo da tempo ovvero che la presenza di conservanti o di prodotti di combustione in questi alimenti è legata ad alcuni tipi di tumore. Per quanto riguarda le carni rosse è una questione di modalità e di quantità, non esiste una ‘soglia di esposizione’ oltre la quale ci si ammala sicuramente. Il messaggio che dobbiamo dare è che la carne rossa va consumata nella dovuta modalità, una o due volte a settimana al massimo. Il messaggio principale è invece un invito a tornare alla dieta mediterranea, che ha dimostrato invece di poter diminuire il rischio di tumore”.

In base a uno studio dell’Aiom, infatti, nel 2010 il 9% degli italiani mangiava carne rossa o insaccati tutti i giorni, mentre il 56% 3-4 volte a settimana.

Riguardo alla questione, “Il mio consiglio da vegetariano da sempre – ha commentato l’oncologo Umberto Veronesi  è quello di eliminare del tutto il consumo di carne, e questo per motivi etici e filosofici. Detto ciò, lo studio dell’Organizzazione mondiale della sanità Oms sulla cancerosità della carne rossa e trattata non ci coglie di sorpresa”.

Dal canto suo, gli studi mirati a identificare nuovi possibili fattori di rischio per il tumore sono un grande passo in avanti in quanto “L’identificazione certa di una nuova sostanza come fattore cancerogeno è sempre e comunque una buona notizia in sé, perchè aggiunge conoscenza e migliora la prevenzione”.

Secondo il Ministero della Salute, il cancro al colon-retto, di cui si è trovata la maggiore associazione con il consumo di carne lavorata, è il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana con quasi 55mila diagnosi stimate per il 2013.

Proprio sulla cancerogenicità delle carni lavorate, il ministro, Beatrice Lorenzin, ha affermato: “Premetto che le considerazioni dell’Oms sono preliminari, non servono allarmismi. Sulla questione abbiamo comunque chiesto parere alla commissione presieduta dal professor Calabrese”.

Intanto, il Codacons ha deciso di presentare un’istanza urgente al Ministero della salute e un esposto al Pm di Torino, Raffaele Guariniello, per valutare le misure sulla salute umana: il Presidente della suddetta associazione, Carlo Rienzi, ha spiegato che “Il principio di precauzione impone in questi casi l’adozione di misure anche drastiche. Per tale motivo chiediamo al Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, di valutare i provvedimenti da adottare a tutela della popolazione, compresa la sospensione della vendita per quei prodotti che l’Oms certifica come cancerogeni”.