Rewind. Sette mesi dopo si ritrovano la Salernitana e Leonardo Menichini, dopo l’annata super culminata con la promozione dei campani in serie B. Il trainer di Ponsacco ha già sostenuto il suo primo allenamento prima di rispondere al “Seci Center” alle domande dei giornalisti per la consueta conferenza stampa di presentazione. “La maglia della Salernitana pesa, il giocatore sente di essere continuamente sotto esame. Ho visto la squadra un po’ preoccupata e non dev’essere così: la Serie B è un patrimonio di tutti e tutti devono dare una mano a questi ragazzi. Bisogna riportare in primis il sorriso, poi crederci sempre: non iniziare una partita con il timore ma andare a bussare anche alle porte degli avversari per vedere come stanno, non attendere soltanto. In ogni gara bisogna raggiungere il massimo, a volte può essere un pareggio. E se è così si prende il pareggio”.

Il trainer di Ponsacco si è soffermato a lungo sul suo rapporto con la dirigenza e soprattutto con il ds granata Fabiani. “Sono un uomo di campo, certe volte uno può non condividere determinate scelte o situazioni ma sia io che Fabiani abbiamo l’interesse di raggiungere l’obiettivo: siccome so quanto mi è costato vincere il campionato scorso sarebbe un peccato per tutta la città e per la splendida tifoseria perdere la Serie B – dice – Non ho rancori, la vita è troppo breve per potercela avere con qualcuno. Si diceva che Lotito non avrebbe preso un altro allenatore perchè aveva già Menichini a busta paga: con quello che hanno speso per gli ingaggi, pensate che nessuno sarebbe venuto per pochi soldi? Si sarebbero precipitati e la società non si sarebbe persa per poche decine di migliaia di Euro, credo che la proprietà abbia fiducia nel sottoscritto.

Mercato? Rammaricato o no, non cambia nulla. Il mercato è chiuso, trovo una squadra che non ho fatto io nè a giugno e nè a gennaio. credo che tutto sommato questa squadra abbia dei valori, sta a me trovare le alchimie giuste. La situazione è difficile, non possiamo nascondere l’andamento di questo campionato. Rammarico per non essere stato chiamato prima? Non ho parlato con la società dopo Como, la società ha dato fiducia a un collega che stimo ed è andata avanti su quella falsa riga. Ora non cambia nulla, c’è una squadra che è stata fatto ho il dovere di cercare di migliorarla. I fatti dicono che è finito il mercato, sono stato chiamato e ora sono qui. Ieri il presidente mi ha chiamato per chiedere la mia disponibilità: avevamo già fatto una chiacchierata dove avevo esposto quali potevano essere le problematiche che c’erano. Ho trovato la squadra un po’chino giù di morale ma li ho esortati a ritrovare innanzitutto il sorriso. Questo gruppo ha avuto episodi sfavorevoli in certe circostanze ed anche degli infortuni, ma allo stesso tempo quando certi numeri si ripetono vuol dire che c’è qualche carenza. bisogna migliorare in concentrazione, spirito di sacrificio e voglia di fare risultato”.