canone-rai-in-bolletta-2-2Il Consiglio di Stato ha bocciato il decreto del Ministero dello Sviluppo che aveva introdotto il pagamento del canone Rai attraverso la bolletta della luce.

Secondo il Consiglio di Stato, infatti, il decreto non sarebbe chiaro poiché non offre una “definizione di apparecchio tv” e neanche precisa che il canone si versa una volta sola, anche se sono presenti più televisori in casa. Inoltre non sarebbe state adeguatamente definite le categorie di utenti tenuti al pagamento dell’imposta. 

Oltre a ciò viene messo in luce il problema della privacy: il canone in bolletta prevede lo scambio di dati tra numerosi enti Anagrafe tributaria, Autorità per l’energia elettrica, Acquirente unico, Ministero dell’interno, Comuni e società private), ma nel decreto non è prevista nessuna “disposizione regolamentare” che assicuri il rispetto delle normativa sulla riservatezza.

Il Consiglio di Stato ha evidenziato anche la mancanza di una necessaria campagna di informazione per far sapere agli utenti che vi è la possibilità di effettuare una dichiarazione presso l’Agenzia delle Entrate nel caso in cui non si possieda un apparecchio televisivo.

Infine, il Consiglio di Stato ha sottolineato che il ministero dell’Economia non ha addirittura dato un formale via libera al decreto del ministero dello Sviluppo economico, limitandosi a una “presa d’atto” che, senza “concerto”, rischierebbe di mettere in dubbio la stessa correttezza formale della decisione.

 

Soddisfazione da parte delle associazioni dei consumatori che sin dall’inizio si erano opposte al decreto.

 

Di tutt’altro parere il Sottosegretario alla Comunicazione Antonello Giacomelli che non ritiene il parere espresso dal Consiglio di Stato una bocciatura, ma un utile suggerimento “Già in aula alla Camera il 6 aprile scorso avevo annunciato l’intenzione del governo di procedere a una più esplicita e meno tecnica definizione di apparecchio televisivo, a una capillare campagna di comunicazione e a una proroga al 15 maggio dei termini per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate delle dichiarazioni di esenzione. Quanto al ‘mancato concerto’ del ministero dell’Economia, si tratta solo della segnalazione che per il Mef ha firmato il capo dell’ufficio legislativo e non il capo di gabinetto. Anche sulla privacy, questione delicata e importante, il testo è all’attenzione del Garante”.