grotta_degli_occhi_di_fabrizio_disierviVallo della Lucania. Nel corso del processo relativo alla morte nel 2012 di 4 sub nella “Grotta degli Occhi”a Palinuro, sono emersi nuovi dettagli in merito alla tragedia.

I 4 sub, infatti, sarebbero stati in possesso del brevetto “Open Water Diver”, un brevetto di primo livello, di conseguenza non sarebbero mai dovuti essere in quella grotta, in quanto quel tipo di immersione è adatto solo a sommozzatori esperti.

Come ha spiegato durante l’udienza Angelo Pistorio, ufficiale di Polizia Giudiziaria del nucleo speciale di Intervento del Comando generale del corpo delle Capitanerie di porto di Roma, è necessario un brevetto “Cave” o “Cavern” per poter affrontare la discesa nella “Grotta degli Occhi”. Quest’ultima, infatti, si presenta come un ibrido tra caverna e grotta marina, ossia dispone di una cavità parzialmente illuminata definibile come “caverna” ed una parte totalmente buia (il ramo infangato nel quale vennero recuperati i cadaveri dei sub) definibile come grotta, di conseguenza è necessario una preparazione speciale e strumentazione specifiche per poter affrontare in sicurezza l’immersione.

Secondo i grafici raffiguranti l’iter subacqueo dei sub durante l’immersione quelli di Cavaccini e di Telios sono sovrapponibili, il che fa supporre che i due si siano presi per mano durante i minuti che hanno preceduto il loro decesso, forse per trovare insieme una via di uscita dalla grotta.

“Lo spaccato evolutivo dei dati emersi evidenzia la natura di questo incidente come un sinistro ove non c’è fatalità, bensì una connessione di azioni ed omissioni che sommate tra loro hanno determinato i fatti oggetto di causa” ha dichiarato l’avvocato del giovane Telios, Benedetta Sirignano.

La prossima udienza è stata fissata al 27 maggio.