Se le emissioni di Co2 non saranno azzerate nei prossimi 30 anni, la temperatura del pianeta raggiungerà “livelli ai quali l’umanità non riesce a sopravvivere”. Lo afferma Marino Mazzon, coordinatore di un gruppo di lavoro sui cambiamenti climatici che ha elaborato un position paper ‘Gli ingegneri veneti per il cambiamento climatico’ per conto della Federazione ordini ingegneri Veneto (Foiv), presentato oggi all’hotel Laguna Palace di Mestre.

Le cose, spiega Mazzon alla Agenzia Dire, “non stanno andando come devono andare”, perché con l’attuazione delle politiche attuali si arriverà ad un aumento di “3,7 gradi a fine secolo e questa è una cosa che non può accadere”. Oggi, infatti “si parla di aumenti di temperatura di tre o quattro gradi, è scienza ma non possono essere contemplati in realtà, perché aumenteranno ancora di più i fenomeni estremi che stiamo già vivendo: di fatto succederà che un miliardo di persone se non di più dovranno abbandonare i luoghi in cui vivono, con problemi di migrazioni involontarie ingestibile, quindi bisogna agire pe evitare che ciò avvenga”. L’Italia, ad esempio, arriverebbe ad avere un clima simile a quello che oggi c’è in Tunisia, con tanti saluti all’agricoltura, ai vigneti e al turismo.

Di qui l’idea di elaborare il position paper, per “dare un segnale di comunicazione ai colleghi, alle amministrazioni e soprattutto all’opinione pubblica”. Infatti “tutti sanno che c’è un problema climatico”, evidenzia Mazzon, “ma non hanno bene inquadrato l’importanza del problema e l’urgenza delle soluzioni che dobbiamo mettere in piedi per cercare di arginarlo”. Il position paper, quindi, “è una mossa che parte da un dovere morale”.

Per risolvere il problema del cambiamento climatico “non esiste una soluzione”, in quanto le emissioni climalteranti “provengono da cinque diversi gruppi di fonti: manifattura, generazione energia, trasporto, agricoltura, condizionamento”. E per raggiungere i risultati necessari “bisogna implementare azioni drastiche e potenti su tutte le aree”.

cambiamenti climatici

La questione “è contettualmente molto semplice, ma ci vuole la cooperazione di tutti gli Stati e una pace conseguente, oltre che gente capace di avere lungimiranza e di raggiungere i risultati necessari: è la prima volta che l’umanità si trova a gestire nell’ambito di una sola generazione questo tipo di problemi”, avverte Mazzon. Fortunatamente, “l’Agenda 2030 a mio avviso è un eccezionale manuale di social democrazia” e delinea “linee guida fatte molto bene”.

In questo quadro il ruolo degli ingegneri è quello di supportare le amministrazioni definendo sequenze di azioni e i tempi, “bisogna procedere con le redini molto tirate”, spiega Mazzon.

Per quanto riguarda il Veneto, infine, “la Regione è formalmente allineata al Governo, ha adotatto l’Agenda 2030 e ha anche elaborato una strategia di resilienza. Ora quello che serve però non è solo definire i documenti, ma agire con determinazione e nei tempi giusti”, conclude Mazzon. “Ci sono strategie lungimiranti da mettere in piedi anche a livello regionale, il Veneto sta partendo bene ma ha bisogno di aumentare sforzo e capacità operativa”.

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