I PLay Out con il Frosinone inspiegabilmente annullati e rimandati a meno di 24 ore dalla disputa, con una decisione clamorosa e quanto meno discutibile dei vertici del calcio di serie B a causa della allora solo presunta penalizzazione del Brescia. I successivi rinvii per la morte di Papa Francesco, prima, e dell’intossicazione alimentare dei calciatori granata, poi, con la gara di ritorno slittata al 22 giugno, a ben oltre un mese dalla conclusione del campionato.

Un goal annullato a G.M. Ferrari per un’inesistente tocco con la mano; dall’altro lato, pochi minuti dopo, due pesi e due misure su un goal irregolare convalidato per un evidente assist di mano di Meulensteen per Coda che ha poi finalizzato al 38° l’azione portando in vantaggio i doriani; un rigore grande quanto un grattacielo su Soriano, letteralmente falciato in area di rigore avversaria, non visto né dall’arbitro, né dal VAR che non è intervenuto. Tre errori arbitrali che hanno indirizzato irrimediabilmente la gara di ritorno a favore della Sampdoria e che fanno il paio con l’errore che già nella gara di andata, a causa di una punizione invertita da Aureliano a favore dei blucerchiati, diede il là all’azione vincente dei doriani.

Due prestazioni, sia all’andata, sia al ritorno, non certo esaltanti di una squadra, quella granata, che pur partendo da una posizione di classifica favorevole e potendo giocare per due risultati, ha fornito prestazioni senza nerbo né cattiveria agonistica, caratteristiche che invece non dovrebbero mai mancare in match così importanti e decisivi per il destino di una squadra che rappresenta una intera comunità ed una tifoseria appassionata e numerosa.

Ma questa squadra è frutto dell’operato di una società, quella di Patron Iervolino, dall’organizzazione impalpabile, eccessivamente ridondante di figure professionali non all’altezza del compito, alcune addirittura evanescenti, visti i risultati, con due retrocessioni consecutive che hanno fatto precipitare la squadra dalla serie A alla serie C al termine di due stagioni calcistiche da incubo.

Decisioni cervellotiche, partenze per i ritiri precampionato senza una squadra già formata, scelte di staff tecnici e dirigenziali sbagliate e poi rimangiate con avvicendamenti continui di Direttori Sportivi ed allenatori, la politica dell’austerity improvvisamente seguita dalla Società con acquisti di calciatori non adatti allo scopo e, non ultimo, una squadra lasciata a se stessa con una proprietà sempre più distante e distaccata emotivamente dallo spogliatoio e dal campo.

Inevitabile, anche se non giustificabile, l’epilogo finale coi tifosi esasperati che, con un fitto lancio di fumogeni, sediolini divelti e petardi, hanno indotto l’arbitro a sospendere e poi concludere anticipatamente la gara. Una tifoseria, quella granata, esasperata, offesa e umiliata da un sistema calcio e da una Società che giudicare deludenti è fargli un grosso complimento.

Salernitana Sampdoria 0-2 – Tabellino

Salernitana (3-4-1-2): Christensen 5.5; Ruggeri 4,5, Ferrari 6.5, Lochoshvili 5; Ghiglione 4,5 (1’ st Tongya 5), Amatucci 5.5, Hrustic 5, Corazza 5; Soriano 6 (18’ st Verde 5.5); Cerri 4.5, Raimondo 4,5 (19’ st Simy 5.5). In panchina: Sepe, Gentile, Bronn, Njoh, Reine-Adelaide, Guasone, Jaroszynski, Tello, Girelli. All. Marino 5

Sampdoria (3-5-2): Ghidotti; Riccio, Ferrari, Veroli; Depaoli, Vieira, Yepes, Meulensteen, Venuti; Coda, Sibilli. In panchina: Chiorra, Curto, Bellemo, Ricci, Akinsanmiro, Oudin, Bereszynski, Malanca, Ioannou, Benedetti, Sekulov, Abiuso. All. Evani

Arbitro: Doveri di Roma 5

Reti: 38’ pt Coda, 4’ st Sibilli

Note: partita sospesa al 21’ st per motivi di ordine pubblico. Spettatori 22mila circa, 1501 dei quali provenienti da Genova. Ammoniti: Abiuso e Jaroszynski dalla panchina. Recupero: 5’ pt, – st

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