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Nocera Inferiore. Da novembre 2011, i Carabinieri di Nocera Inferiore hanno portato avanti, insieme alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, coordinata dal Dott. Roberto Lenza, una complessa indagine che ha smascherato una pericolosa associazione a delinquere impegnata soprattutto in furti di veicoli e nel loro riciclaggio.

L’indagine ha fatto sì che venissero denunciate 30 persone ed arrestate, in flagranza di reato, quattro. Inoltre, sono state recuperate due pistole complete di munizionamento, sequestrate 140 banconote contraffatte da 20 euro, recuperati o restituiti 10 veicoli rubati.

L’iter investigativo e giudiziario si è concluso con l’arresto di 19 persone, disposto dal Tribunale – Ufficio GIP di Nocera Inferiore, coordinato dal Dott. Paolo Valiante. In particolare, questa mattina sono stati eseguiti i seguenti provvedimenti:

– ordinanza di custodia cautelare in carcere per Michele Cuomo, 33enne di Nocera Inferiore; Luigi Cuomo, 31enne di Nocera Inferiore; Salvatore De Vivo, 41enne di Sarno; Antonio Serio, 33enne di Nocera Inferiore;

– custodia cautelare in regime di arresti domiciliari per Franco Somma, 41enne di Baronissi; Domenico Rese, 27enne di Nocera Inferiore;  Antonio De Napoli, 25enne di Nocera Inferiore; Giuseppe Ambrosio, 42enne di Boscoreale;

– obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per Marco De Napoli, 22enne di Nocera Inferiore; Raffaella Ferrigno, 41enne di Nocera Inferiore; Anna Fedele, 50enne di Nocera Superiore; Raffaele Esposito, 34enne di Nocera Inferiore; Andrea Senatore, 34enne di Roccapiemonte; Bruno Petrosino, 44enne di Nocera Inferiore, già detenuto per altri motivi;

– sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio per Ernesto Calogero Bonifacio, 48enne di Salerno.

Le indagini sono partite dal ritrovamento, in un garage, di un’auto rubata, di chiavi e centraline elettroniche realizzate per il furto di veicoli, di soldi contraffatti e di due pistole. L’arresto del beneficiario del garage ed il monitoraggio della sua rete di conoscenze hanno portato alla ricostruzione dell’intera associazione, con a capo i fratelli Michele e Luigi Cuomo, dei quali il primo già era stato condannato per associazione a delinquere di tipo mafioso.

L’associazione illecita era molto operativa su tutto il territorio nazionale, avvalendosi di un’efficiente struttura logistica e di luoghi sicuri per lo stoccaggio dei ricavi dei furti. Inoltre, gestiva il furto e il riciclaggio delle vetture: dall’individuazione delle automobili  incidentate da cui trarre documentazione e identificativi nuovi, alla ricerca ed asportazione delle vetture con simili caratteristiche su cui trapiantare i dati per mascherarne la provenienza furtiva e renderle irrintracciabili, fino al superamento delle verifiche tecniche tramite un’agenzia di pratiche auto ed un funzionario della motorizzazione compiacente ed, in ultimo, al piazzamento sul mercato.

L’organizzazione si avvaleva, per le operazioni illecite in tutta Italia, anche di collegamenti sul posto (di due misure giudiziarie sono destinatari persone residenti in Sicilia e nel Lazio).

Ai suoi componenti ed ai fiancheggiatori sono stati contestati, oltre alla detenzione delle armi e delle monete false, due furti: uno in un negozio di casalinghi di Siano ed uno in un bar di Nocera Inferiore. In quell’occasione,  gran parte della refurtiva fu recuperata subito e restituita al proprietario.