downloadAngri. Amianto e sicurezza, sono questi i temi che dividono gli attivisti dell’associazione ‘Noi con l’Italia’ e l’amministrazione comunale.

L’associazione ha richiesto l’intervento della Prefettura di Nocera Inferiore e della Procura affinché – si legge in una nota – “siano tutelati e garantiti i diritti dei cittadini in tema di tutela della salute e siano accertate eventuali responsabilità derivanti dal mancato rispetto delle leggi, dello statuto comunale e dei regolamenti oltre che da omissioni ai doveri derivanti dai ruoli e dalle funzioni ricoperte in una pubblica amministrazione”.

Innumerevoli- secondo gli attivisti-  le richieste e le diffide  protocollate  al Comune di Angri a nome dell’associazione.

“L’amministrazione comunale – sottolineano – si è limitata nel migliore dei casi ad ignorarci, e nel peggiore a far intendere che stavamo ponendo in essere polemiche inutili. Abbiamo avanzato l’idea di un censimento obbligatorio delle strutture in amianto sia pubbliche che private. Essa non avrebbe inciso negativamente sulle casse comunali, e  poteva essere attuata  con l’emanazione di un’ordinanza sindacale.  Non abbiamo ricevuto risposta”

Alle accuse replica con decisione il primo cittadino Pasquale Mauri: ” La verità è che c’è un gusto ad alimentare i contrasti tra gli esponenti di diverse ideologie politiche, incuranti delle iniziative che questo Comune ha già svolto per tutelare i cittadini. Sono stati, ad esempio, smantellati i container contenenti amianto del post terremoto dell’80 e si è già provveduto allo smaltimento di molti rifiuti e altri sono previsti nell’immediato futuro. Inoltre – conclude il sindaco – in accordo con alcune associazioni locali inviteremo i cittadini a denunciare la presenza dell’amianto su tutto il territorio comunale per agevolare lo smaltimento. E’ evidente che stiamo facendo tutto quanto è possibile per garantire la sicurezza degli angresi accogliendo proposte e attivandoci per mantenere fede agli impegni presi. Lascio le parole ad altri;  noi interveniamo con i fatti”.

Enrica Bovi