deiesuSalerno. In occasione del derby la Prefettura ha messo in campo circa 150 uomini per tutelare la sicurezza e per mantenere l’ordine pubblico. Sui fatti avvenuti oggi all’Arechi è intervenuto anche il Questore di Salerno Antonio De Iesu.

“Dal punto di vista dell’ordine pubblico non c’è stato nessun problema, abbiamo adottato tutte le misure per prevenire eventuali scontri tra le tifoserie.  Per quanto riguarda invece le minacce ai calciatori della Nocerina ci stiamo lavorando. Sembra che ci sia stata una fase in cui i tifosi volessero sostenere la squadra ma poi sono cambiati gli umori di una parte che voleva che la squadra desse un segnale forte e su queste intimidazioni abbiamo avviato delle indagini rigorose e capillari. Abbiamo le immagini e non daremo tregua a questa parte malata dei tifosi nocerini. La maggior parte è formata da tifosi che vogliono assistere alle gare mentre l’altra parte è sotto scacco della propria mediocrità”.

Sul caso dei tifosi nocerini De Iesu afferma: “I dirigenti della Nocerina si sono impegnati per convincere i propri giocatori a scendere comunque in campo, dopo le intimidazioni ricevute davanti al quartier generale della squadra, in un hotel a Mercato San Severino, alla partenza del pullman, da circa duecento presunti ultras.  I giocatori della Nocerina sono stati molto turbati da forme di intimidazione verbale riservategli dai loro tifosi. Questo ha inciso sulla loro tranquillità e serenità”.

Continua il Questore sull’andamento della gara: “La partita è sotto gli occhi di tutti e mi preme solo segnalare il controllo della situazione con un intervento capillare delle forze dell’ordine. Avevamo 150 uomini da tutte le divisioni competenti. Ero convinto che la tifoseria rossonera non arrivasse qui ed evidentemente hanno agito sui giocatori dimostrando che le motivazioni dei nostri provvedimenti c’erano tutte”.

Continua De Iesu: “Il sistema si basa sulla capacità delle squadre di avere un rapporto di fidelizzazione. Alcune società hanno difficoltà a creare un raccordo con le tifoserie. L’accordo è stato fatto tra società, comuni e tifoserie, ma un accordo ordinario non è stato raggiunto. Non voglio dire gemellaggio tra le due tifoserie, ma almeno un patto di amicizia a tempo ci sarebbe potuto essere. Il protocollo diceva che bisognava fare un incontro tutti insieme ma ciò non è stato fatto. Se le tifoserie vogliono sostenere il calcio dovevano dare uno schiaffo alle società e unirsi andando insieme allo stadio. Quando si parla di sensibilizzazione delle coscienze non lo si può fare in 20 giorni”.