perrone2

Salernitana. Afflitto dall’emergenza difesa e dall’obbligo di fare punti nel primo di 5 scontri diretti consecutivi, Carlo Perrone è alle prese con qualche dubbio di formazione a poche ore dal match contro il Catanzaro, squadra  che scenderà in campo con un undici completamente diverso rispetto a quello visto in coppa Italia dieci giorni fa e che comunque ben figurò all’Arechi.

Senza gli infortunati Siniscalchi, Molinari,Esposito e Zampa, lo squalificato Iannarilli ed il giovane Nalini, ancora fermo ai box e pronto a tornare a completa disposizione la prossima settimana, la Salernitana dovrebbe scendere in campo con il 3-5-2, modulo che permette ai granata di coprirsi con maggiore efficacia in fase di non possesso e di chiudere ogni spazio ad un Catanzaro che, per caratteristiche, predilige il gioco sulle fasce e che potrà contare su un reparto offensivo tra i migliori in assoluto della categoria.

Dinanzi a Berardi, alla quinta presenza in gare ufficiali, spazio a Luciani, Tuia e Sbraga, a centrocampo Piva è sicuro di una maglia da titolare a sinistra, Montervino agirà a destra mentre non si eslcude l’arretramento del francese Mounard in mediana (un po’ come accadeva l’anno scorso in quarta serie) assieme a Capua e Perpetuini ed in appoggio al tandem d’attacco composto da Foggia ed uno tra Guazzo (favorito) e Ginestra. La prolifica coppia d’attacco granata, infatti, potrebbe ricomporsi soltanto in corso d’opera: Perrone, in conferenza stampa, ha elencato le peculiarità dell’avversario lasciando trapelare la volontà di affidarsi a calciatori dinamici e non eccessivamente statici e proprio per questo la fantasia di Foggia e Mounard e l’interdizione di Perpetuini e Capua (si profila un’altra bocciatura per Volpe) potrebbero esaltare il senso del gol del Principe, esonerato da gravosi compiti in fase di non possesso che, Ascoli docet, gli fanno perdere lucidità negli ultimi 16 metri.

Due le alternative: lo spostamento di Montervino al centro al posto di Mounard (a quel punto potrebbe essere data una chance a Ricci, ritenuto uno degli elementi tatticamente più preziosi da Perrone) o la riproposizione del trequartista alle spalle delle due punte, con la possibilità di cambiare spartito tattico in corso d’opera pur mantenendo gli stessi undici in campo. Restano indietro nelle gerarchie del tecnico sia Mendicino, a rischio tribuna, sia Gustavo, che in realtà anche in serie D fu preso poco in considerazione dal trainer laziale malgrado l’obbligo di schierare i 4 under.

Gaetano Ferraiuolo