roberto-de-lucaVallo di Diano. Non accennano a placarsi le polemiche riguardo il processo Chernobyl. Ieri si è tenuta la terza udienza a Salerno.   “Avremmo voluto vedere una riga sui quotidiani a diffusione nazionale – denuncia Roberto De Luca, responsabile della Codacons del Vallo di Diano – ma niente è stato fatto”. 

Una massa di rifiuti illecitamente smaltiti, richieste di rinvio a giudizio per 39 indagati. 

“Il reato più grave è quello di disastro ambientale – continua-  lo stesso capo di imputazione addebitato a 98 persone che, per via della prescrizione, hanno visto il rischio di una pena svanito nell’identico processo scaturito dall’inchiesta “Cassiopea”, condotta nel 2001 dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere”.

La quarta udienza preliminare si terrà sempre a Salerno il prossimo 25 febbraio. Il rischio prescrizione, per i meccanismi messi in atto anche nel processo Cassiopea, incombe. Illeciti profitti di 50 milioni di euro nell’attività monitorata potranno così essere goduti senza fastidi. 

“Da un lato chi fa lauti profitti con i rifiuti da anni, dall’altro poche persone di buona volontà che cercano di arrivare a uno straccio di verità su quello che sta succedendo in quello che era il “giardino di Europa”. L’opera della camorra e di altri sconsiderati ha ridotto il giardino in un immondezzaio, come ha ribadito un pentito il cui nome non voglio nemmeno nominare. In tutti questi anni la stampa ha relegato nella cronaca locale, considerata quasi una sorella minore, questi fenomeni. Di conseguenza, la politica ha fatto finta di non vedere. Adesso, però, il triste presagio di quello stesso pentito si sta avverando. Ci si chiede solo quando ci sveglieremo da questo lungo letargo collettivo”.