Romano GiovanniMercato San Severino. Il comune di Mercato San Severino ha adottato il regolamento per la tenuta del Registro del testamento biologico per garantire il diritto dei cittadini residenti a manifestare preventivamente la propria volontà sull’accettazione o il rifiuto di alcuni trattamenti sanitari o terapie. A comunicare l’importante risultato è il sindaco Giovanni Romano. 

“La Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea – ha spiegato il primo cittadino – considera il consenso libero e informato del paziente all’atto medico, un diritto fondamentale, perché neanche la legge può violare i limiti del rispetto della persona umana. Pertanto, al testamento biologico viene affidata la manifestazione di volontà di una persona capace di intendere e di volere che indica in anticipo i trattamenti medici ai quali essere non essere sottoposta nel caso in cui si trovasse in condizioni di incapacità a decidere”.

“In questo testamento – ha proseguito il sindaco – la persona può annotare le sue volontà anche per quanto riguarda il fine vita e, quindi, la donazione degli organi, la donazione del proprio corpo alla scienza, il rito funerario e le funzioni religiose, la cremazione e l’eventuale dispersione delle ceneri o la tumulazione”.

Romano spiega l’iter per stilare il testamento biologico.

“Il testamento biologico – ha concluso – andrà consegnato all’ufficio comunale competente in busta sigillata nella quale verrà indicato anche il nome del fiduciario, ossia della persona che può conoscerne il contenuto e che avrà il compito di dare fedele esecuzione alla volontà del dichiarante per tutto ciò che concerne le decisioni circa i trattamenti medici e di informare i medici curanti dell’interessato dell’esistenza del testamento. Il dichiarante può modificare il proprio testamento biologico ritirando la busta sigillata, consegnata al Comune, e rimpiazzandola con un’altra busta. La nostra iniziativa intende affermare che il principio di autodeterminazione della persona è intangibile e non può essere compresso, ma nello stesso tempo va esercitato con il limite invalicabile dell’eutanasia attiva che non può e non deve essere consentita. Siamo consapevoli che il tema è uno di quelli “eticamente sensibili” e la nostra vuole essere anche una utile provocazione per segnalare al Parlamento la necessità di una legge che regoli l’esercizio del principio di autodeterminazione, normando le fasi del suo esercizio e dando certezza giuridica alle forme e ai modi della sua espressione. In questo senso, la nostra Nazione è in rilevante ritardo perché, dopo aver firmato la Convenzione di Oviedo nel 1997 sui diritti umani e la biomedicina, non l’ha ancora ratificata per la mancanza della legge nazionale che la deve attuare. Tutto ciò nonostante la legge 145 del 2001 abbia autorizzato il Presidente della Repubblica a procedere in tal senso”.