isole orcadiCi sono attimi che non finiscono mai. E sguardi che ti rimangono dentro. Come quei dieci interminabili secondi a fissare negli occhi un’orca che spunta all’improvviso dal mare mentre il traghetto sta entrando nel porto di Stromness. Isole Orcadi, a nord della Scozia. In norreno, la lingua vichinga, (in passato facevano parte della Norvegia) significa isola delle foche. Per arrivare fin qui bisogna attraversare il Pentland Firth, uno dei tratti di mare più insidiosi d’Europa come dimostrano i numerosi relitti che giacciono sul fondo e accentuano l’aura di mistero di queste terre, perennemente avvolte nella nebbia.

La più estesa è Mainland, aspra, selvaggia e piena di fascino. Kirkwall è la capitale. È la più grande città dell’arcipelago. È adagiata sul mare, la strada per arrivare fino a qui da Stromness taglia in due l’isola. Una striscia d’asfalto nel verde. Silenzio. Poi le case. St. Magnus, che è proprio nel centro del paese, è la cattedrale medievale meglio conservata dell’intera Scozia. È maestosa e imponente, costruita in arenaria rossa. Bagnata dalla pioggia sembra ancora più misteriosa. Accanto c’è quello che rimane di Bishop Palace, dove nel 1263 morì re Haakon Haakonson, e di Earl Palace. Da qui, passeggiando lungo Albert e Bridge street, le due strade dello shopping, si arriva al porto. Un posto fiero dei suoi pescatori e dei suoi pub dove la birra scorre a fiumi. Ma la vera meraviglia di questa isola è intorno al borgo di Stromness, una vera e propria area archeologica che risale al Neolitico. Skara Brae è il villaggio dell’età della pietra meglio conservato del nord Europa.

È stato scoperto nel 1850 durante una tempesta e risale approssimativamente al 3100 prima di Cristo. Da qui, in un quarto d’ora di auto, si raggiunge la scogliera rossa di Yesnaby. Da mozzare il fiato. Come quelle casette nascoste sotto l’erba che ci svelano un mondo così lontano, così affascinante. E c’è da rimanere senza parole anche davanti allo spettacolo del Ring di Brogdar, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, forse la più famosa attrazione delle Orcadi. Un cerchio di sessanta menhir di cui ne restano in piedi ventuno. Addirittura antecedente al Ring ci sono le Pietre di Stenness, quattro enormi massi di sei metri di altezza eretti proprio dove il prato degrada verso il mare. Ne sono visibili quattro dei dodici originali.

E poi Maeshowe, la più grande e impressionante camera mortuaria che conserva sulle pareti graffiti vichinghi. È stata costruita più di cinquemila anni fa e si entra solo con una visita guidata. Attraversando le barriere di Churchill – in origine erano barriere di difesa, oggi sono una grande strada appoggiata sul mare – si raggiungono le altre tre isole del gruppo principale. East Mainland e le sue spiagge bianchissime sono un paradiso per i sub e uno dei grandi centri di avvistamento di fauna marina. Mare e terra si mescolano in un gioco di colori che cambiano durante la giornata. A piedi si possono raggiungere le spiagge attraverso Sands O’ Wright e Fourth Barrier, oppure si può scegliere di camminare per raggiungere Mill Sands o Newark Bay. Ma se preferite un paesaggio più aspro potete mettervi alla prova lungo la riserva naturale di Mull Head.
Fonte la Repubblica.it