Sembra ormai giunta al termine la combattuta vicenda sulla chiusura dell’Ospedale civile di Agropoli. Nonostante la presentazione di nuovi elementi, come l’errore dei 23 primari presenti all’interno della struttura e il venir meno del decreto 83 (la mancata attuazione del presidio unico della Valle del Sele), ieri sera si è diffusa la voce che il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Agropoli che in tutti i modi aveva cercato di evitare la chiusura del presidio ospedaliero.
Sembra ufficiale, ormai, l’ospedale di Agropoli verrà dismesso e riconvertito dal 1 ottobre in Psaut, come stabilito dal nuovo Piano dell’emergenza sanitaria messo a punto dai vertici dell’Asl di Salerno. Il Consiglio di Stato, presieduto dal presidente aggiunto Giuseppe Romeo, con sentenza a firma del giudice Dante D’Alessio, ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Agropoli in merito alla richiesta di revoca dell’ordinanza 2701/2013, che dà via libera al provvedimento dell’Asl per la riconversione dell’ospedale civile, preparandosi a diventare, così, un centro ambulatoriale ad indirizzo oncologico ed una struttura residenziale per cure palliative.
Con la chiusura del pronto soccorso e l’attivazione del Psaut, che si configura come una struttura di primo intervento attiva 24 ore su 24, è prevista comunque l’assistenza medica per casi di minore complessità, l’osservazione medica breve e la piccola chirurgia. Questa soluzione sarà in grado di fornire un primo soccorso alle emergenze dei cittadini, trattando i problemi di traumatologia minore o di ferite.
Si difende Antonio Squillante, il direttore generale dell’Asl, affermando che la chiusura dell’Ospedale di Agropoli non è stata decisa per un suo personale capriccio, ma nell’interesse dell’Asl di Salerno che mira a evitare sprechi e a ridurre la spesa sanitaria.
Grande amarezza manifesta Giovanni Basile, coordinatore del comitato cittadino: “Noi abbiamo sempre sostenuto che la via giudiziaria era sbagliata. Tutti i ricorsi fatti finora sono serviti solo a prolungare l’agonia di questo ospedale e a confondere i cittadini. La normativa era stata già avallata dal Consiglio di Stato quindi era altamente improbabile che potesse accogliere i ricorsi. La via da perseguire era di tipo politico, andando a modificare quelle leggi regionali che non rispondono più alle esigenze attuali. L’ospedale di Agropoli, infatti, è passato da 350mila a 850utenti. Non si può pensare che delle normative datate possano rimanere immutate per sempre. Purtroppo questo non è avvenuto, non c’è stato nessun atto politico in nessuna sede: ci siamo sentiti totalmente abbandonati“.
“A farne le spese, ora, non è solo il Comune di Agropoli che risulta privo di una strutta ospedaliera completa – continua Basile – ma anche l’ospedale di Vallo della Lucania che dovrà incorporare i flussi provenienti anche dal territorio agropolese, un territorio che, soprattutto nella stagione estiva, conta il triplo della popolazione. Già quest’estate il presidio di Vallo ha mostrato i suoi limiti strutturali nel contenere l’elevato numero di utenti”.
“In conclusione, non credo ci saranno altri ricorsi, ormai l’ospedale è di fatto chiuso e i suoi reparti sono stati ridimensionati già da aprile. Siamo molto amareggiati e ci dispiace soprattutto per quei cittadini che sono stati illusi con speranze infondate fornite, a volte, solo per propaganda politica“.
Federica Aloise