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Salerno ricorda Antonio Neiwiller a vent’anni dalla scomparsa

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Salerno. Omaggio, nel ventennale della sua scomparsa, ad Antonio Neiwiller, uno tra i registi fondatori con Toni Servillo e Mario Martone di Teatri Uniti. L’evento farà tappa in diverse città, tra cui anche Salerno dal 21 al 24 novembre.

Spettacoli, incontri e proiezioni per proporne il ricordo vivo attraverso significativi esempi del suo intenso lavoro. Una speciale versione dello spettacolo Titanic the End’, in scena nel riallestimento realizzato da Salvatore Cantalupo, sarà proposta dal 21 novembre al Teatro Antonio Ghirelli di Salerno.

Antonio Neiwiller moriva a Roma il 9 novembre 1993, a soli 45 anni. Di lui e del suo genio creativo, sempre più scoperto e apprezzato durante gli ultimi venti anni, restano i suoi preziosi scritti, la memoria viva di quanti lo conobbero e lavorarono con lui ed i tre soli esempi del suo peculiare lavoro di attore al cinema. Il sacerdote assistente di Renato Caccioppoli in ‘Morte di un matematico napoletano’ di Mario Martone, premiato a Venezia nel 1992, il visionario sindaco di Stromboli in ‘Caro Diario’ di Nanni Moretti, premiato a Cannes nel 1994 e soprattutto Il monologo de ‘L’altro sguardo’, mediometraggio di Rossella Ragazzi, presentato a Venezia nel 1996, emozionante testimonianza filmata dell’ultimo spettacolo di Neiwiller e suo autentico testamento poetico.

In occasione del ventennale della sua scomparsa viene riproposta una speciale versione di ‘Titanic the End’, spettacolo influenzato profondamente dalla visione de ‘La classe morta’ di Tadeusz Kantor, che trent’anni fa rappresentò una svolta poetica nel lavoro compianto maestro. Uno dei suoi più coerenti discepoli, Salvatore Cantalupo, fra gli interpreti della versione originale, ha realizzato un riallestimento dello storico spettacolo con un gruppo di giovani attori, facendo tesoro della metodologia neiwilleriana del laboratorio.

Così Cantalupo : “’Titanic the End’ debuttò nell’aprile del 1984 a Napoli al Teatro Nuovo per la regia di Antonio Neiwiller, dopo un intenso laboratorio teatrale durato nove mesi. E’ stata un’esperienza che ha completamente rivoluzionato la mia vita e il mio modo di guardare all’arte. Neiwiller è stato un artista geniale, un poeta costruttore di visioni fuori dai canoni tradizionali. Ha realizzato una straordinaria e innovativa riflessione sul teatro e sull’arte in generale. Le sue idee, le sue denunce, i suoi racconti sulla fine di mondi mi colpiscono ancora per l’eccezionale attualità”.

Ancora continua Cantalupo: “Trent’anni fa ci spiegava i motivi veri per cui a Beirut cadevano bombe su donne e bambini, ci raccontava come le ideologie nel tempo sarebbero cadute ad una ad una e come l’unica speranza sarebbe stata raggiungere il fondo perché solo a quel punto ci saremmo rimboccati le maniche e avremmo ricominciato a costruire. Ora, nel ventennale della sua scomparsa, sento il desiderio di risalire su quella nave, emblematica rappresentazione di una società in via di disgregazione, di rivivere quelle emozioni, quei suoni, quegli odori. La mia vuole essere una visione nella visione, un dono intimo e personale e al tempo stesso un lasciar tracce, così come mi ha insegnato lui.”

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