La Saggese afferma, inoltre, che sono stati approvati interventi per il personale scolastico (dai dirigenti ai docenti di sostegno) e per i libri di testo (nell’ottica di un maggiore risparmio, ma anche dell’innovazione) e misure a favore del welfare studentesco (borse per trasporto e mensa, accesso al wireless). Centrali anche la lotta alla dispersione scolastica, la formazione dei docenti, il potenziamento e l’innovazione dell’offerta formativa, il rilancio dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica.
“Cito solo alcuni dei punti”, continua, “che qualificano e innovano il mondo dell’istruzione: l’aumento non temporaneo ma consolidato del fondo per le borse di studio degli studenti universitari; il fondo per garantire ai capaci e meritevoli ma privi di mezzi il raggiungimento dei più alti livelli di istruzione; la connettività wireless nelle scuole secondarie per garantire l’accesso a tutti gli studenti a materiali didattici e contenuti digitali in modo rapido e senza costi; le borse di studio destinate agli studenti iscritti alle Istituzioni dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica erogate in base alla condizione economica e al merito; l’utilizzo dei libri di testo nelle edizioni precedenti; la possibilità di acquistare da parte di scuole secondarie (o reti di scuole) libri di testo ed e-book da dare in comodato d’uso agli alunni in situazioni economiche disagiate; la possibilità di rendere facoltativa l’adozione dei testi scolastici che potranno essere sostituiti con altri materiali didattici. A ciò si aggiungano i provvedimenti per l’edilizia scolastica per i quali è previsto lo stanziamento di circa 1 miliardo di euro e l’allentamento del patto di stabilità per la realizzazione dei suddetti interventi da parte degli enti locali”.
“Anche in questo momento di crisi economica”, concluse la Saggese, “il segnale da parte del Governo Letta è molto chiaro: aver cura e porre al centro del dibattito le nuove generazioni e il loro percorso formativo. Certo, il provvedimento è solo una prima risposta alle istanze della scuola, altro si può e si deve fare ma è indubbio che rappresenta un’inversione di tendenza”.