L’Italia è il Paese con le più rilevanti diseguaglianze territoriali. Il Centro-Nord (31.124 euro di Pil per abitante) è vicino ai valori dei Paesi più ricchi come la Germania, dove il Pil pro-capite è di 31.703 euro. Mentre i livelli di reddito del Mezzogiorno sono inferiori a quelli della Grecia (17.957 euro il Sud, 18.454 euro la Grecia). Il rischio, avverte la Svimez, è di trovarsi di fronte ad un “Mezzogiorno sempre più spopolato, da cui entro il 2065 spariranno due milioni di under 44, tra denatalità, disoccupazione e nuove emigrazioni. Una terra a rischio desertificazione industriale, dove crollano consumi e investimenti, risale la disoccupazione ufficiale, ma dove in cinque anni le famiglie povere sono aumentate del 30%, pari a 350mila nuclei”.
Di questi argomenti e non solo si parlerà durante il convegno I Giovani nel Mezzogiorno che si articolerà in una sessione plenaria, una discussione tematica (sui minori) e una sessione di workshop paralleli e che si svolgerà tra l’Aula delle Lauree di Scienze Politiche e la biblioteca Santucci del Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione.
La giornata di studi, ideale prosecuzione dell’attività di ricerca sulla condizione giovanile svolte dal “Centro di Documentazione sulla Condizione Giovanile” del DSPSC di Salerno, è organizzata dallo stesso Dipartimento e dal Dipartimento di Studi su Politica, Diritto e Società dell’Università degli Studi di Palermo e dalla Facoltà di Scienze Umane e Sociali dell’Università Kore di Enna. Il convegno si propone di analizzare la condizione dei giovani nel Mezzogiorno d’Italia, secondo i suoi caratteri, articolazioni, specificazioni, e in un processo comparativo tra realtà locali, nazionali, eventualmente europee.