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Coltivazione abusiva di cozze: sequestro a Battipaglia

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Battipaglia. La Guardia Costiera di Salerno, guidata dal Comandante di Vascello Maurizio Trogu e dal Direttore Marittimo della Campania Ammiraglio Antonio Basile, ha sequestrato un intero impianto abusivo utilizzato per la mitilicoltura, situato nelle acque antistanti il Comune di Battipaglia e gestito da una nota ditta salernitana operante nel settore del commercio di prodotti ittici.

L’impianto è stato sequestrato interamente e si estendeva su un’area di 2.500.000 metri quadrati, di cui un milione e mezzo di metri quadri occupati abusivamente, in assenza del prescritto titolo concessorio. Al suo interno erano presenti numerosissimi filari sui quali le cozze venivano coltivati per una quantità di diverse migliaia di chilogrammi.

In seguito ad accertamenti eseguiti con l’aiuto dell’unità navale della Guardia Costiera Motovedetta ‘CP 581’ e di personale subacqueo qualificato, la Capitaneria di Porto ha accertato che la ditta in questione aveva abusivamente circoscritto l’immensa area destinata alla coltivazione di filari di cozze mediante l’installazione di 4 boe di segnalamento marittimo poste a delimitazione ed interdizione dell’area. L’attività di mitilicoltura era in pieno esercizio ed erano presenti diverse tonnellate di cozze pronte per essere raccolte e destinate al mercato interno.

L’attività veniva esercitata in acque non classificate, ovvero non giudicate idonee a tal fine sotto il profilo sanitario dall’Asl, e quindi le cozze coltivate ed in corso di coltivazione non possono essere destinate al consumo umano. L’immissione sul mercato regionale ed extraregionale dell’immenso quantitativo di mitili sequestrati dalla Guardia Costiera avrebbe sicuramente posto in grave pericolo la salute dei cittadini. È stata immediatamente informata dei fatti la Procura della Repubblica di Salerno, che ha iscritto nel registro degli indagati il legale rappresentante della ditta per reati che vanno dall’occupazione abusiva del demanio marittimo, ad inosservanza di norme in tema di sicurezza alimentare.

La condotta accertata dalla Guardia Costiera, oltre a violare un ordine emanato dalla competente Autorità sanitaria, viola anche la normativa in tema di sicurezza dei prodotti alimentari di origine animale e detenuti in cattivo stato di conservazione atteso che sono immersi e coltivati in acque giudicate inidonee a garantirne la corretta conservazione ed a preservarne la salubrità.

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