I suoi componenti sono Giovanni Tierno (Voce e Chitarra ritmica), Luca Tramontano (Chitarra solista e Cori), Roberto Panzella (Basso) e Gianni Tramontano (Batteria e Sampling pad), e proprio questo venerdì uscirà il loro EP di esordio per la Diavoletto Netlabel su 114 stores digitali in 240 Paesi.
Si muovono sui binari di un rock molto spigoloso e contaminato, che mette insieme la durezza di un certo noise con la spontaneità del rock: il cocktail che ne risulta è un rock nervoso e affilato, cupo e rabbioso, caratterizzato da un suono musicalmente grezzo e distorto che non lascia scampo, grazie a un riffing micidiale e una voce aspra.
Questo loro primo ep è c
Anche quando la band si confronta con melodie ‘pop’ (anche se il termine è da prendere, in questo caso, con le pinze), come nel caso di ‘Giuda’, il risultato è decisamente convincente e ricorda una sorta di Verdena ipervitaminizzati.
Per riuscire a conoscere meglio ciascun componente ed i loro progetti futuri, abbiamo rivolto alla band alcune domande.
Un ingegnere aborrito, un cameramen perseguitato, un giovane piacente, un antipatico disadattato 35enne senza né arte e né parte decidono di voltare le spalle ad una vita troppo quotidiana e di dedicarsi alla musica. Chi sono esattamente l’Erba sotto l’asfalto?
Quando nasce il vostro progetto?
“Il progetto è freschissimo, nasce all’inizio del 2013”.
Quali sono gli elementi attorno ai quali ruotano principalmente le vostre canzoni?
Avete avuto altre esperienze musicali, precedenti all’Erba sotto l’asfalto?
“Si, io, Roberto e Gianni ci portiamo dietro molti anni di attività con i DesDemona, un progetto che ci ha permesso di maturare molto da un punto di vista compositivo e che ci ha regalato moltissimi live in giro per il salernitano. Credo che qualcuno lo ricordi ancora!”
“Per quanto mi riguarda moltissimo: è la musica con cui sono cresciuto, quella degli anni novanta, quella che ascoltavo quando ero un adolescente. Gli altri, invece, oltre a queste influenze apportano anche altro, dall’elettronica al progressive e molto altro ancora. E’ ovvio che poi si cerchi di rielaborare il tutto nella maniera più personale possibile.”
Tra tutte le esibizioni di quest’anno, e sono state molte, quale secondo voi è stata la più importante o la più emozionante?
“Difficile dirlo: tutte hanno qualcosa di speciale. Una delle più coinvolgenti per il pubblico è stata forse quella al Voci dal Sud, in aftershow dopo l’esibizione di Vinicio Capossela. Vedere le persone lanciarsi sul palco a ballare è stato meraviglioso! Ma forse era anche il tasso alcolico del pubblico a darci una mano.”
Avete suonato come gruppo spalla dei ‘Management del dolore post operatorio’ il 21 Agosto ad Auletta. Come è stato aprire il loro concerto?
“Fantastico! Il pubblico è stato meraviglioso….forse la prima volta in cui ho sentito cantare dagli spettatori i nostri ritornelli!! Poi i ragazzi del “Management” sono stati eccezionali, estremamente disponibili e ci hanno regalato uno splendido concerto! Una delle migliori realtà musicali che abbiamo in questo asfittico paese.”
“Sicuramente è stato stimolante proporci davanti a un pubblico che non ci conosceva in uno dei migliori locali di Roma, e devo dire che la risposta è stata più che soddisfacente. Essere poi selezionati da Federico “Fefo” Forconi, chitarrista degli Almamegretta e direttore artistico del Contestaccio, è stata davvero una bella soddisfazione. A marzo saremo di nuovo a Roma, sempre al Contestaccio, per la terza fase del contest”.
‘Ruvida’ è il primo brano con video interamente autoprodotto. A cosa si riferisce?
“Il brano cerca di descrivere il rapporto difficile fra due persone nella sua fase iniziale e contiene alcuni elementi autobiografici, anche se non racconta una storia nella sua linearità: è piuttosto un susseguirsi di immagini coerenti intorno ad un argomento. La realizzazione è stata molto divertente per noi, lo abbiamo prodotto davvero con nulla, un telefonino, un faro e un po di microfoni, in maniera molto casuale, anche se è stato molto importante il lavoro di post-produzione fatto da Roberto, il nostro bassista, che è anche il nostro regista”.
Componete, arrangiate, registrate e mixate in totale autoproduzione. In un territorio come il Vallo Di Diano, quali sono le maggiori difficoltà che incontrate?
“Purtroppo le difficoltà sono enormi. La principale difficoltà è sicuramente quella economica: è sempre più difficile reperire le risorse per produrre e promuovere i propri lavori. Questo è il motivo principale che ci ha spinto verso la totale autoproduzione. Anche le occasioni live sono poche, oltre ai festival estivi; i locali non sono molti e non sempre sono orientati a proporre band originali, spesso si preferisce la cover band o il dj, perchè si pensa che garantiscano maggior afflusso di pubblico. Infine, forse, anche il pubblico non sempre è curioso verso le novità e andrebbe abituato. Ci vorrebbe un po più di coraggio e lungimiranza da parte degli addetti ai lavori, gestori di locali, promoter ecc. Per questo l’unica strada è cercare di muoversi e raggiungere realtà più grandi, come possono essere Roma o Milano, dove si possono trovare molte più occasioni e un pubblico forse un po’ più maturo”.
“Siamo molto felici di uscire per la Diavoletto net-Label: i ragazzi che la gestiscono sono fantastici e sono la dimostrazione che il duro lavoro paga sempre. Quest’anno, infatti, hanno ricevuto il premio “Miglior Net-Label 2013 al M.E.I di Faenza, il meeting delle etichette indipendenti. Il fatto di poter esporre il loro diavoletto giallo accostato al nostro nome ci riempie di orgoglio”.
Quali sono gli altri progetti in cantiere?
“Ora siamo impegnati con i concerti invernali nei locali. Tutte le info sulle date sono facilmente reperibili sui nostri canali on-line, inoltre credo che tra poco inizieremo a pensare alla produzione del nostro prossimo video. Al momento stiamo lavorando ad una sorta di copione; sarà sicuramente più impegnativo e ambizioso rispetto al primo e farà da apripista per il nostro prossimo lavoro discografico, per il quale abbiamo già scritto e arrangiato un buon numero di brani, anche se al momento non so dirti quando vedrà la luce. “
Alessandra Agrello