Le indagini condotte mediante intercettazioni telefoniche, ambientali appostamenti e pedinamenti hanno permesso di portare alla luce il complesso sistema.
I dipendenti di una società addetta allo scarico merci delle navi in approdo al porto scaricavano le sigarette nascoste all’interno di navi commerciali straniere “porta containers”.
Dopo una prima fase in cui la merce veniva nascosta all’interno del porto, il tutto veniva trasferito al di fuori degli spazi doganali per essere venduto nell’hinterland salernitano ed oplontino.
Per il trasferimento delle sigarette, i componenti dell’associazione si avvalevano anche della collaborazione di personale delle imprese di pulizia operanti all’interno del medesimo scalo marittimo. Gli indagati, secondo gli investigatori, muniti di appositi pass, riuscivano ad eludere i controlli occultando la merce all’interno dei veicoli autorizzati ad entrare ed uscire dagli spazi doganali.
Durante le indagini è emerso poi che i medesimi protagonisti del contrabbando oltre a trafficare in sigarette rifornivano i propri clienti anche di droga acquistata in precedenza a Napoli.