Un richiamo alla vita semplice di un tempo, dove bastava il profumo della campagna e colori della natura per vivere serenamente o semplicemente per affrontare i problemi che l’esistenza poneva dinanzi all’uomo. Una brigantessa, un emigrante e un pensiero poetico che volano sulle ali delle note di violino e di chitarre classiche per evidenziare il rapporto fra l’uomo cilentano e la libertà.
Una coesione perfetta tra musica e poesia, tra personaggio e melodia.
“Vogliamo evidenziare la figura dell’emigrato – afferma il regista e compositore Gianfranco Marra – Una persona che si trova in una terra sconosciuta, senza famiglia e senza sostegno si trova ad affrontare la vita ricordando ovviamente le sue origini. Non vi è persona al mondo che non abbia vissuto questa situazione”.
Così il regista si impegna nel narrare la storia di tre personaggi con vite personali che si intrecciano nel trovare punti di coesione. Grazie ai monologhi e dialoghi realizzati da Maria Esposito, parole e musica riescono ad arrivare delicatamente allo spettatore, descrivendo la vita di anime perse alla ricerca della libertà. Figure che lottano nella vita con il solo pretesto di riscattarsi ad avere fede nel proprio futuro, aspirando ad una libertà di credere e di giocare con la propria esistenza.
Un richiamo a Verga, all’ideale dell’ostrica che nel momento in cui si stacca dalla scoglio si perde, come se si fosse allontano dalle proprie origini dirigendosi verso mete sconosciute e inconsapevolmente.
Quattro strumenti, tre attori, due registi, un palco. Una serata tra monologhi a suon di musica e risate accompagnate da riflessioni. Venerdì 21 marzo al Premio Li Curti, Geltrude Barba e l'”Arechi Entertaiment” vi aspetta alla rassegna teatrale del Social Club Tennis.
Clemente Donadio
Ottima scrittura: delicata, sensibile, attenta… che dire “come una melodia…”
Gianfranco
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