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Cisl Salerno. In arrivo corsi di formazione in ambito sanitario, Antonacchio: “Un’opportunità per i giovani”

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Salerno. Combattere la disoccupazione puntando sulla qualità dei servizi. E’ questa la ricetta illustrata stamani dal segretario della Cisl Salerno  Pietro Antonacchio.

L’occasione è stato un incontro con i giornalisti presso la sede del sindacato per illustrare i corsi formativi ECM. L’acronimo sta per Educazione Continua in Medicina. Le lezioni, a cura della MCG Consulting, una società di formazione accreditata presso la Regione Campania, si terranno da aprile a dicembre e sono rivolte a tutto il personale sanitario.  Sette i cicli previsti: ‘Ruolo e responsabilità dell’Operatore Socio sanitario’;Gestione delle emergenze nelle strutture sanitarie’, ‘Stress lavoro correlato; Risk management e rischio clinico’; ‘Sistema informativo sanitario – informatica sanitaria’; ‘Valutazione e trattamento della lombalgia’; ‘Prevenzione e protezione nell’impiego di radiazioni ionizzanti’.  La partecipazione è gratuita per tutti gli iscritti al sindacato.

“E’ giunto il momento – ha sottolineato Antonacchio – di riconsiderare nella giusta luce tutto il personale sanitario” Un ruolo quello svolto dal comparto in questione di grandissima importanza non solo per i medici ma anche per gli ammalati. Peccato però che mai come oggi si assista ad un graduale scivolamento verso il basso del settore occupazionale.

Impietosi i dati snocciolati da Antonacchio. “Attualmente negli ospedali c’è un ammanco di personale pari a circa 1000 unità. Di contro però si spendono circa 20 milioni di euro in straordinari. Ecco, l’inefficienza nel gestire le risorse umane nel settore è tutta qui. Perché – argomenta – non si investono le risorse destinate agli straordinari per assumere nuovo personale? Se tutto ciò non è possibile che si abbia almeno il coraggio di dirlo”.

La soluzione, a metà strada tra la provocazione ed il realismo portato alle sue estreme conseguenze, è drastica.

“Si chiudano tutti quei reparti che non sono in grado di far fronte alle esigenze dell’utenza. Non è possibile che alla fine siano sempre i lavoratori a pagare il conto”.

A chi poi gli fa notare la cronica mancanza di risorse finanziarie, Antonacchio non risparmia stoccate al veleno rivolte ai paperoni della sanità.

“Prenda un’Asl a piacimento e dia un’occhiata a quanto riescono a guadagnare i più alti dirigenti del settore: non meno di 500 mila euro. In tempo di crisi uno sproposito non più accettabile”.

Ridistribuire le risorse in maniera equa ed a vantaggio dei sotto pagati o peggio ancora di chi un lavoro ancora non ce l’ha. Un’etichetta di uomo di sinistra che però il leader respinge con determinazione.

“Sono ai vertici di un sindacato che per sua natura non ha connotazione partitica. Se una persona ha una buona idea è benvenuta a prescindere dagli ideali in cui crede. Il mio unico obiettivo è quello di contribuire a creare un Paese migliore. Ho due figli ventenni, e so cosa vuol dire il dramma della disoccupazione”

In un Paese in cui sembra che la formazione perenne sia l’unico antidoto al dramma di chi in fondo chiede solo un futuro migliore Antonacchio risponde indirettamente con una metafora.

“Agli scettici dico sempre di pensare a quel vecchio adagio sulla foresta in fiamme. A chi gli chiedeva perché tentasse di spegnere da solo il fuoco portando di volta in volta una goccia d’acqua, il colibrì ‘disse: porto il mio contributo’. Ecco – conclude – non cambierò il mondo ma non vorrei neanche che fosse il mondo a cambiare me”.

Il messaggio è chiaro, speriamo però che seguano anche fatti.

Raffaele de Chiara 

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