Inoltre, parti delle strutture edili poggiavano direttamente su terrapieni in evidente stato di dissesto franoso e, pertanto, la loro ristrutturazione non poteva eseguirsi senza una preventiva valutazione geologica.
Il personale della Guardia Costiera ha riscontrato, quindi, che i lavori in corso di esecuzione non erano autorizzati, poiché le abilitazioni rilasciate – sia sotto il profilo urbanistico che paesaggistico – erano relative a lavori totalmente differenti e non prevedevano, ad esempio, opere in cemento e modifica dello stato dei luoghi.
Risultato dell’operazione? Alla ditta esecutrice ed al direttore dei lavori sono state contestate violazioni della normativa urbanistica e paesaggistica, apposizione dei sigilli all’intero cantiere e sequestro di un’area di circa 400 metri quadri sita a poca distanza dal mare.
Fra le ipotesi di reati attribuiti ai responsabili del lavori abusivi vi è la realizzazione di opere in area dichiarata di notevole interesse pubblico senza il prescritto parere paesaggistico, e numerose violazioni della disciplina urbanistica fra cui l’esecuzione di opere in assenza di permesso di costruire, ed entro la distanza di rispetto dal confine con il Demanio Marittimo.