La Procura aprì subito un’inchiesta, basata sulla denuncia presentata dall’imprenditore di Scafati, presentatosi in ospedale come il conducente dell’auto che aveva investito Russo.
La vittima presentava molte fratture facciali non compatibili con un sinistro quale quello denunciato. Il fatto che l’investitore fosse proprio il suo datore di lavoro, inoltre, insospettì ulteriormente gli investigatori.
Nell’arco di qualche mese, quell’apparente sinistro stradale dovuto a colpa eventuale, si tramutò in un brutto incidente sul lavoro, con le conseguenti imputazioni di falso, omicidio colposo aggravato, simulazione di reato e minacce nei confronti di alcuni testi, alcuni dei quali indagati per false dichiarazioni al pubblico ministero, addebitate all’imprenditore.