In quei due giorni Renzi mutilò il corpo della madre con una sega e si organizzò con una piastra per cucinare le parti del corpo della donna per poterle mangiare. I vicini, sentendo un forte odore di gas, allertarono le forze dell’ordine che si trovarono di fronte la macabra scena e scoprirono che parte del cadavere era stato anche congelato. Inoltre, in un momento di lucidità, l’uomo si era pentito di aver fatto a pezzi il corpo della madre e aveva provato a riattacarle un piede: non riuscendoci aveva poi buttato via il piede tra water e il mobiletto del bagno.
Il giudice Renata Sessa ha deciso di prosciogliere Lino Renzi all’accusa di omicidio e cannibalismo per infermità mentale.
L’uomo, quindi, non dovrà scontare alcuna pena carceraria, sarà condotto presso una struttura sanitaria REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) nell’avellinese.
A Renzi spetterà inoltre anche l’eredità della madre, che però sarà gestita da un tutore.