La donna, secondo gli inquirenti, sarebbe rientrata nel proprio paese d’origine.
Per i medesimi fatti, sono anche indagate 34 persone di nazionalità italiana e straniera, residenti a Cava e nei comuni limitrofi.
Le indagini hanno permesso di accertare, a partire dal 2012, 19 unioni false.
Gli investigatori hanno identificato, tra le persone coinvolte, degli extracomunitari clandestini che, per avere il permesso di soggiorno e regolarizzare la propria posizione in Italia, erano disposti a pagare fino a 10mila euro all’organizzazione che si attivava per i documenti relativi alla celebrazione dei matrimoni e, in alcuni casi, si occupava perfino del banchetto nuziale per far sembrare l’evento veritiero.
Agli extracomunitari, inoltre, veniva fornito un “pacchetto servizi” per il periodo necessario all’ottenimento del permesso di soggiorno.
G. S., finito ai domiciliari, alla vista dei poliziotti, ha tentato di fuggire, ma è stato bloccato prima di mettere in moto la propria auto.