Il processo riguarda l’approvazione da parte dell’amministrazione comunale, all’epoca guidata da Vincenzo De Luca, di una variante urbanistica del costo di 8 milioni di euro a favore della Esa Costruzioni, per un imprevisto geologico all’interno del cantiere di Piazza della Libertà. Secondo gli inquirenti la variante sarebbe stata necessaria a causa di un errore in fase di progettazione, di conseguenza le spese per la variante non le avrebbe dovute sostenere il Comune, ma i responsabili.