museo-fracBaronissi. Nella sua breve e pur intensa stagione, dal 1974 al 1975 nella sede di Mercato S. Severino, “Taide spazio per…”, laboratorio creativo e galleria di nuove proposte d’arte contemporanea, traduceva l’invito rivolto ai giovani operatori “estetici” di una cittadina della provincia meridionale a rinnovare il proprio orizzonte operativo accogliendo i venti di una nuova sensibilità che porta con sé le sollecitazioni, non ancora acquietatesi, del Maggio francese. È quanto ricostruisce la mostra “Lo spazio di Taide. Documenti, opere, testimonianze di un laboratorio creativo 1974-1976” che sarà inaugurata venerdì venerdì alle ore 18,30 presso il Salone della conferenze del Museo-Frac di Baronissi.

“La mostra, ha dichiarato Giovanni Moscatiello sindaco di Baronissi, scrive un’ulteriore pagina del Museo-Frac di Baronissi nel suo impegno a ricostruire momenti salienti e determinanti della cultura artistica contemporanea della regione Campania. Lo fa tenendo come punto di riferimento la ricerca e la proposta di un’identità culturale che non è solo celebrazione e, spesso come accade, autocelebrazione, bensì quale momento di confronto e di proposta dell’intera comunità. Questa mostra documenta la vicenda di giovani intellettuali dell’arte, protagonisti quali Rescigno, Lista, Risi, Marano, Davide, Longo, Salvatore che hanno segnato una delle stagioni più intense e vive dell’intera realtà artistica regionale”. È stata un’esperienza, aggiunge Nicola Lombardi assessore alla cultura “che caratterizzerà le prospettive future della scena artistica salernitana, facendo registrare,  con la massiccia presenza di artisti del nostro contesto culturale alla Quadriennale di Roma del 1975, un momento unico e magico che non si ripeterà in futuro”.

L’esperienza di Taide come laboratorio creativo ha espresso “una dimensione dell’arte – è quanto sostengono Massimo Bignardi e Giuseppe Rescigno curatori della mostra ed autori del libro Lo spazio di Taide. Un luogo della creatività nel cuore degli anni Settanta pubblicato di recente da Gutenberg Editore – che assume il carattere di “nuova narrazione” della realtà che pervade le istanze più originali del dibattito artistico nazionale. È una linea d’orizzonte che va dalle esperienze romane operate al Testaccio all’articolato progetto “Operazione Roma Eterna” (1974-76), alle iniziative della Cooperativa Alzaia nella periferia romana, alle esperienze di Sergio Borghese avviate a Volterra dopo la grande rassegna del 1973, di Franco Summa in Abruzzo o quella dei collettivi milanesi che vedono all’opera il giovanissimo Gabriele Basilico”. In ambito campano saranno le attività promosse da Enrico Crispolti (al quale la mostra e il volume sono dedicati per festeggiare i suoi ottant’anni) tra Napoli e Salerno, ove insegna presso il giovane Ateneo, a connotare la scena di una nuova operatività estetica: esperienze di animazione, situazioni, momenti di operatività urbana che saranno documentati nel Padiglione italiano, della Biennale di Venezia del 1976. “Un altro fatto nuovo – segnala Rescigno –  è l’arrivo all’Università di Salerno di Enrico Crispolti, in qualità di professore ordinario di Storia dell’Arte contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. Crispolti è uno storico e un critico d’arte  molto stimato dai giovani artisti: in quell’anno, subito dopo Argan, è risultato il più votato nella selezione dei componenti la commissione della X Quadriennale romana. Da commissario ha avuto modo di farsi un’idea della situazione artistica campana (che in parte già conosceva), almeno dei più giovani. Una volta a Salerno, li contatta tutti per un incontro di presentazione presso l’Azienda di Soggiorno e Turismo. L’esperienza romana influenza anche l’attività di Taide. Ora sono gli stessi fondatori e alcuni del giro della grande rassegna romana a proporsi con loro mostre e performances”.

In esposizione nella Galleria dei Frati del complesso che ospita il Museo-Frac, documenti, grafiche, installazioni e dipinti: in particolare le opere esposte in occasione della citata Quadriennale del 1975, tra queste di Franco Longo l’installazione Hic et Nunc, con l’audio originale che l’artista pubblicò in vinilico, di Pietro Lista l’installazione Cancellazione di Paesaggio, di Giuseppe Rescigno Alfabeto + alfabetiere, di Ugo Marano Ellisse, una scultura in ferro; di Silvio d’Antonio Pino di Russia, un’opera oggetto; di Antonio Davide Progetto di luogo, tratto dal ciclo del 1974, di Vittorio Nobile Rottami di auto, di Michele Risi Gessoliquitex, di Nicola Salvatore la ricostruzione dell’ intervento di “affissione urbana” Balena del 1975, di Sergio Vecchio Progetto fantastico per una distruzione (autobiografica). Infine le fotografie originali di Mi ricordo, intervento concettuale di Antonio D’Amore. Si affianca una sezione di fotografie e di documenti che ricostruiscono le esperienze di azioni, di interventi, quali per esempio,  “Dissuasione manifesta” realizzata nel 1975 a Salerno negli spazi dell’ affissione pubblica; le azioni del 1974 svolte a Salerno in occasione della “IV Rassegna teatrale internazionale ‘Nuove tendenze’”; gli interventi “Errata corrige” a Reggio Calabria nel 1975. Inoltre l’ampia attività che connoterà dapprima l’esperienza di “Officina 75” e poi del Gruppo Salerno75, con i grandi progetti per il “Mulino Stucky” a Venezia nel 1975, per “Gubbio 76”, per la Biennale di Venezia dello stesso anno, poi di Anversa fino agli interventi tenuti a Martinafranca in chiusura degli anni Settanta.

Il “laboratorio” di Mercato S. Severino sin dalla sua ideazione, rinunzia ad un programma definito a priori piegato a celebrare la tradizionale “messa in scena” di nomi sostenuti dal mercato anche se non mancano spinte, proprie di una visione culturologica orientata a guardare nella direzione di esperienze che a quella data, vale a dire 1974, già assurte all’establishment della cultura internazionale (è il caso delle mostre di Ben Vautier e Joseph Beuys).

«Sostanzialmente – conclude Bignardi – nel dilatato campo operativo di Taide, nel quale convergono poetiche e linee di ricerca diverse e spesso agli antipodi tra loro, si può leggere, all’unisono con altre realtà italiane, il desiderio, la necessità di manifestare, mettere in mostra, come esperienza individuale nel Sé collettivo, una sensibilità che fosse espressione di un rinnovato modo di porre la questione dell’arte, di come interrogare la creatività avvertita quale diversa realtà sensoriale e mentale».

 Il volume Lo spazio di Taide. Un luogo della creatività nel cuore degli anni Settanta, (pp. 168, ripr. b/n, in brossura, Gutenberg Edizioni 2013) si iscrive nel programma nazionale di pubblicazioni “Progetto 80”, ideato in occasione degli ottant’anni di Enrico Crispolti: un programma che raccoglie varie edizioni, dalle antologie critiche dei suoi scritti alle testimonianze, ai saggi dedicati al suo impegno di studioso, di promotore e di interprete del dibattito storico critico del XX secolo e dell’attualità.