Borgo San Cesareo. Si è tenuta sabato dalle 15 in poi la giornata solidale intitolata “Giornata per la vita … e per Vito”, in onore di Vito Vollonnino, il bambino che perse la vita prematuramente a soli 5 anni a causa di un arresto cardiocircolatorio.
La manifestazione, ricca di appuntamenti ha visto la presenza di varie attività tra le quali l’animazione per bambini.
La ciliegina sulla torta è stata il “Concerto per la vita”, presentato magistralmente da Guido Carione e Stefania Maffeo. Il concerto ha visto la presenza di numerosi artisti che si sono esibiti, in via del tutto gratuita, con lo scopo di aiutare a raccogliere fondi per l’acquisto di 4 defibrillatori da istallare nelle 4 frazioni principali, affinchè non si verifichino in futuro tragedie come quella che ha colpito la famiglia Vollonnino.
Abbiamo incontrato alcuni dei tanti artisti che hanno partecipato all’evento, e tra l’emozione e la voglia di solidarietà hanno manifestato il loro pensiero.
Il primo artista che abbiamo incontratoe con cui abbiamo scambiato qualche battuta è Pasquale Curcio, leader dei Santarosa.
Pasquale, parlaci un po’ di questa serata. Quali sono le tue emozioni?
“Credo che siamo tutti qui questa sera per un’iniziativa sicuramente utile alla collettività. Si tratta di raccogliere fondi per avere defibrillatori a disposizione di tutti. Qualcosa praticamente, di cui possano beneficiare tutti coloro che sono in difficoltà sul piano dell’emergenza per quanto riguarda tutte le malattie cardiovascolari. Quindi, proprio sull’esperienza, su quello è successo al piccolo Vito, questa cosa non deve finire così, lasciata senza un prosieguo. È giusto che si faccia qualcosa, è giusto che si crei una grande coesione anche fra i musicisti di questa sera, che ci sia uno spirito unitario, insomma, in modo da poterci costituire in un’unica forza per avere, non visibilità sotto il profilo professionale, ma per qualcosa di utile, che riguarda la collettività. Diciamo che la tragedia che hanno vissuto Antonio ed Emilia è qualcosa che ha scioccato tutti, e questa serata ci stringe intorno a loro, e soprattutto a chi può trovarsi a vivere difficoltà dovute alle malattie cardiache”.
Un progetto musicale insomma, che abbraccia la solidarietà.
Si, è un’occasione per trovarsi tutti in una serata musicale, molto ben organizzata a quanto vedo . c’è un service che è straordinario, e siamo qui, oltre che per divertirci, per uno scopo veramente utile.
Specialmente per quanto ti riguarda, visto che sei qui in duplice veste, giusto?
“Si, infatti mi diverto doppiamente, perché sono qui con i Santarosa, che è un gruppo storico italiano, che ha una bella discografia, e poi con gli Sbandao che è un gruppo di turnisti con i quali nel passato abbiamo accompagnato tanti nomi, come Flavia Fortunato, Franco Fasano, Michele Zarrillo e altri. Soprattutto ci troviamo qui su questo palco con tantissimi amici”.
Quale messaggio vuoi lanciare questa sera?
Un messaggio sicuramente positivo, la musica ci aggrega, soprattutto la grande musica. Soprattutto bisogna ascoltare buona musica senza lasciarsi influenzare da ciò che piace ai produttori, quindi, fidiamoci del nostro istinto e seguiamo la buona musica che è dentro di noi.
Pasquale ha poi passato la parola a Maria Castaldo, voce femminile del gruppo che si è mostrata entusiasta della serata.
“Allora, io parlo a nome, penso, di tutto il gruppo, – ha interagito Maria – e devo dire che abbiamo subito accettato con voglia ed entusiasmo, proprio per la giusta causa per la quale si sta organizzando questa manifestazione. Siamo qui ed è bello anche essere con altri gruppi, conoscere persone nuove, e soprattutto dare un contributo con la nostra musica. Allo scopo appunto di allietare una serata che ha un fine nobile”.
Vedendo la piazza piena, possiamo affermare che questa esperienza è stata accolta davvero con entusiasmo da tutta la comunità.
“Sicuramente è un fatto positivo, e sono contenta che sia stata accolta bene. La piazza piena e sicuramente, e ben organizzata
soprattutto. Abbiamo trovato un palco eccezionale, una piazza bellissima, persone semplici, umili. Queste iniziative nobili devono essere di esempio a tutti, affinché si possa dare un ausilio, un aiuto concreto per l’acquisto di questi defibrillatori, in maniera tale che queste situazioni tragiche possano essere scongiurate ed evitate”.
Poco lontano da Pasquale e Maria incontriamo Puccio Chiariello, chitarra e voce dello storico gruppo dei Doc Rock ( ricordiamo la loro partecipazione con Secolo crudele ndr).
Puccio, posso chiederti una tua impressione su questa serata solidale?
“Sicuramente un bell’evento, organizzato benissimo, però mi intristisce un po’ la vicenda dalla quale nasce il tutto, perché essendo amico di Antonio, mi ha segnato. Però stasera siamo qui cercando di dare un contributo per evitare in futuro problematiche simili. Stasera abbiamo voluto essere qui tutti insieme per una giusta causa ecco. Si raccoglieranno dei fondi, credo che la musica usata in questo modo acquisisca valore, non amo quando la musica viene utilizzata per dare messaggi diversi,ad esempio, quando viene usata per scopi politici. Ma quando, come questa sera, viene utilizzata per scopi alti, fa bene non solo alla solidarietà, ma anche a noi artisti, fa bene nell’animo”.
Stasera sei qui con la Puccio Chiariello Blues Band. Ma quali sono i tuoi progetti futuri dei Doc Rock?
“Con i Doc Rock abbiamo iniziato le prove l’anno scorso, però siccome ognuno di noi è impegnato con altre situazioni, abbiamo messo su un repertorio abbastanza difficile, abbiamo riarrangiato tutti i brani dell’album vecchio di Sanremo e poi vediamo se l’anno prossimo riusciamo a fare qualche concerto”.
Abbiamo poi avuto il piacere di parlare con Elio Postiglione, un noto artista locale:
“Quando sono salito sul palco e ho visto Emilia, – ha detto un emozionato Elio – perché sono tanti anni che la musica ci unisce ad Antonio ed Emilia (anche se non siamo uniti solo la musica). Siamo amici da molto e gli siamo stati molto vicini in questo periodo non proprio bello. Quando ho abbracciato Emilia, ho sentito la stessa emozione che mi dà la musica. La musica non fa la guerra, ma l’amore e nell’amore parla l’animo. La serata di questa sera è proprio questo … Amore.
Un’amicizia molto profonda ti lega quindi ai genitori del piccolo Vito. Due persone che stanno mostrando una grande forza.
“Si di Emilia mi ha colpito la grande fede, e la forza. E quando l’ho abbracciata ho pensato proprio a questo, al di là di tutto il resto”.
Quindi la musica che fa da collante a questa serata così importante.
“Si. Come ti dicevo la musica unisce, perché se ci pensi l’armonia è perfetta. Se ci pensi ci sono delle regole nella vita, come il satellite che viene lanciato in orbita, ci sono delle leggi della natura, e per la musica vale lo stesso principio … ti devi attenere a delle regole matematiche per fare in modo che l’armonia sia giusta e nel momento in cui l’armonia è giusta e fai una canzone la gente sente davvero l’amore che tu emani in quel momento, e soprattutto quello che tu con l’animo vuoi dire parlando tramite la musica”.
La solidarietà poi è l’assoluta protagonista, un tema che ha mosso un’intera cittadinanza da come possiamo vedere.
“Si infatti, salendo in piazza, (perché io sono di qui) vedendo tutte le macchine ho potuto notare con piacere che la partecipazione è stata sentita da tutti, anche perché è stato un momento che ha colpito un po’ tutti, e forse,può darsi che questo sia l’inizio di un senso. Perché poi cerchi di capire come mai succedano delle cose che incidono sulla nostra vita e sulla nostra esistenza”.
Tra gli artisti poi che si sono alternati sul palco abbiamo avuto anche il piacere di poter ascoltare Michele Pecora, che abbiamo avvicinato dietro al palco:
“È innanzitutto una serata importante,- ha affermato l’artista abbracciando la sua immancabile chitarra – importante per lo scopo, intensa dal punto di vista umano. Io per quanto mi riguarda ho portato un piccolo e modesto contributo sperando con questo, magari, evitare che possano succedere altre tragedie inspiegabili, perché quando si tratta di bambini è inconcepibile per noi.”
E per quanto riguarda dal punto di vista artistico?
Dal punto di vista artistico c’è stata una grande adesione da parte di noi artisti, e questo penso sia molto bello, perché vuol dire che siamo attenti alla solidarietà.
Qual è il messaggio che vuole lasciare questa sera?
“Diciamo che mi sarebbe piaciuto che la serata di stasera non avesse avuto come motore portante un evento così tragico e così doloroso, e mi auguro che queste iniziative possano servire a prevenire altre morti assurde”.
La serata è andata avanti, tra momenti di grande emozione, e grande musica, con i Rotumbè che hanno proposto un suggestivo ballo di San Vito, e l’Orchestra Vocale Numeri Primi, che senza l’ausilio di strumenti hanno offerto tre brani eseguiti con l’ausilio della sola voce, o ancora Rocco Basile con la sua chitarra. Alla fine della serata abbiamo poi parlato con Guido Carione:
Guido, il sipario è calato su questa serata, che è stata un vero successo. Ci offri un tuo bilancio finale?
“È stata una serata bellissima dedicata a un bimbo scomparso prematuramente. A soli 5 anni, e i genitori avevano solamente due strade davanti: quella di chiudersi in loro stessi, oppure di fare qualcosa di grande, di costruttivo, di solidarietà. Ed è la seconda strada che hanno scelto di percorrere. È stata organizzata una giornata per la vita e per Vito, il bambino che si è ricordato questa sera si chiamava Vito Volonnino”.
Naturalmente c’è stato il clou rappresentato dal concerto per la vita al cui hanno preso parte numerosi musicisti che sono poi, amici di Antonio Volonnino, che è un grande musicista.
Infatti abbiamo visto una grande varietà di musicisti che si sono alternati sul palco, e una grande partecipazione anche da parte del pubblico. Quindi una serata solidale in tutti i sensi.
“Assolutamente, tra l’altro l’obiettivo era quello di riuscire ad acquistare dei defibrillatori e in questo caso, l’obiettivo è stato assolutamente raggiunto”.
Abbiamo visto quindi la musica come collante, per uno scopo molto importante.
“Si. La musica è sempre un collante, e non a caso accanto a me c’è Pasquale Curcio, un membro dei Santarosa, grande professionista, a cui puoi chiedere un parere dal punto di vista tecnico e musicale”.
Infatti abbiamo avuto modo di incontrarci prima. Allora Pasquale, abbiamo parlato del prima, ora parlaci un po’ delle tue emozioni e delle tue impressioni finali.
“Credo che l’esperienza vada ripetuta, e credo che ci siano stati dei bei momenti di coinvolgimento emotivo. Un’iniziativa che deve avere un seguito sicuramente. Poi per quanto riguarda la parte tecnica, credo ci siano stati degli ottimi artisti”.
Emilia Verderame, la mamma del piccolo Vito Volonnino, il bambino che è scomparso prematuramente all’età di 5 anni durante gli allenamenti di Judo, è indaffaratissima per la realizzazione di questo progetto, ma nonostante tutto si mette a disposizione della nostra penna, e si ferma a parlare con noi. Ciò che colpisce a primo acchito è la grande forza di questa donna che, in un momento drammatico della sua vita, insieme al marito Antonio e ai tanti amici che si sono stretti intorno al loro dolore, ha messo la sua fede e la sua vita al servizio di un progetto solidale utile all’intera collettività, nella speranza di poter prevenire altre tragedie simili.
Signora Emilia, cosa può dirci in una serata come questa?
“Sono felicissima perché innanzitutto c’è stata la partecipazione di molti bambini, e rivedere loro è un po’ come rivedere mio figlio che gioca attraverso di loro. Questo era l’obiettivo, voleva essere una festa, dedicata ad un bambino che non c’è più ma che aveva una vivacità straordinaria. Questo mi è stato di grande consolazione. Nella serata spero che il concerto sia piacevole così come pensiamo che sarà, ci sono tanti artisti che interverranno tutti a titolo gratuito, molti perché amici di mio marito, ma anche perché hanno voluto essere presenti questa sera per dare il loro contributo ad una manifestazione che appunto non è fine a sé stessa”.
Infatti, l’evento di questa serata ha un fine molto alto. Ce ne può parlare?
“Dietro la realizzazione di questa serata c’è un progetto, che è quello di rendere cardio – protetto il nostro comune attraverso delle postazioni salvavita che speriamo di poter istallare almeno delle quattro frazioni principali del comune”.
Cosa vuol dire “postazioni salvavita”?
“Vuol dire che ci sarà un defibrillatore a disposizione di chiunque, perché un arresto cardiocircolatorio, purtroppo, non ti dà molto tempo per intervenire, a volte aspettare l’ambulanza è troppo tardi. Però non ci fermiamo a questo. Stiamo facendo anche formazione grazie anche all’idea lanciata anche dall’associazione Carmine Speranza di Torre Orsaia, fondata da genitori che, come me, hanno perso un figlio con un arresto cardiocircolatorio, e che fanno formazione, e che hanno reso cardio – protetti tanti comuni. Quindi l’idea viene da loro, noi l’abbiamo abbracciata”.
In cosa consiste la formazione?
“Fanno formazione nel senso che bisogna anche imparare come si fanno le manovre di rianimazione, perché il defibrillatore serve purché ci sia poi la formazione di chi lo sappia usare. Tutti lo possiamo usare, appunto, ma dobbiamo saperlo usare. In questo senso ci teniamo a fare formazione. Domenica si terrà un altro corso, questo è già il secondo che facciamo e ne faremo sicuramente altri, appunto con la collaborazione dell’associazione Carmine Speranza. Spero che i defibrillatori non serviranno mai a nessuno, però è una possibilità in più che ci stiamo regalando questa sera”.
Questa serata è stata sicuramente una serata impegnativa.
“Impegnativa, ma devo dire che è stato bellissimo perché è partita in sordina. In realtà l’idea era quella di fare un concerto, qualcosa per i bambini, ma qualcosa di piccolino, per comprare un defibrillatore a San Cesareo, invece all’improvviso ci siamo ritrovati con tante collaborazioni. Altre associazioni presenti sul territorio si sono offerte di dare una mano, ma non solo, perché si è creata una vera e propria catena della solidarietà, nel senso che ristoranti, attività, hanno voluto contribuire regalando chi, ad esempio, la pasta e fagioli, chi il caffè chi i piatti. Quindi una vera e propria rete della solidarietà, e questo è stato bellissimo”.
Quanto tempo ha impiegato l’organizzazione di questa giornata della solidarietà?
“Guardi, diciamo esagerando due mesi. Poi c’è stato questo artista altavillese Alfonso Mangone, che ha voluto donarci questo quadro e che è diventato il premio della lotteria voluta per testimoniare il contributo di ciascuno, perché prendere, a volte, un’offerta così, a qualcuno può anche venire il dubbio, invece così abbiamo in qualche modo premiato quelli che hanno contribuito.
La signora Emilia, intanto deve occuparsi di tante altre cose, scappa da una parte all’altra per controllare che tutto proceda per il meglio per una serata, e un progetto che è diventato importantissimo per lei e per tutta la comunità”.
De Rosa Claudia
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