Mons.Lancusi. Si terrà domenica 1 dicembre alle ore 16.00 a Lancusi presso la Chiesa di San Martino la consegna del premio “Se vuoi la pace educa alla pace dando vita al talento che c’è in te” . Quest’anno il premio viene assegnato a S.E. Monsignor Giuseppe Nazzaro, vescovo dell’ordine dei francescani, già vicario apostolico di Aleppo dal 2002 fino a metà di quest’anno. Prima di arrivare nella seconda città più grande della Siria, monsignor Nazzaro è stato custode di Terra Santa dal 1992 al 1998, ha conosciuto da vicino il Cairo e Alessandria, dove è stato parroco, e ha mantenuto dal 1986 al 1992 la segreteria della Conferenza dei ministri provinciali del Medio Oriente e Nord Africa.

Il premio a Mons. Nazzaro si motiva nelle parole profetiche “non c’è più cieco di chi non vuol vedere e non c’è più sordo di chi non vuol sentire”; è il premio a chi ha scelto di porre il suo talento a testimone di tanta sofferenza condividendone i luoghi ed il tempo.

A ragione, quindi, Mons. Nazzaro  può essere considerato un profondo conoscitore della realtà siriana e mediorientale. Le motivazioni del premio “Se vuoi la pace educa alla pace dando vita al talento che c’è in te” stanno tutte nelle sue parole, nel suo essere vicino al “suo” popolo in sofferenza. Un premio dato ad un vescovo  il cui punto di vista, espresso recentemente in diverse interviste, è inequivocabile: “L’Occidente sta vivendo al suo interno una grave crisi economica e morale e sta palesando invece all’esterno un’idea distorta di progresso; tutto ciò in Siria si riverbera nell’incapacità di capire che la pace non si ottiene con la guerra. E’ questa la situazione che noi abbiamo provato a combattere. Tutti siamo bravi a decidere sulla pelle altrui, perché non ci siamo in mezzo. Bisogna trovarsi là”.

Mons. Nazzaro ha voluto vedere ed ha voluto ascoltare per rendere testimonianza della sofferenza. Un vescovo ancora oggi vicino alla sua gente e che non nasconde la sua preoccupazione, che ascolta le grida di dolore che arrivano dalla sua città d’adozione: “Piango per la mia Aleppo, piango per tante vittime innocenti: non ci sono giustificazioni e rivendicazioni che tengano di fronte a questa tragedia. Aleppo è da sempre una città tranquilla, una città libera dove si pensa al bene del popolo, un luogo in cui convivono senza problemi tante differenti confessioni religiose. Un colpo al cuore, ma anche tante domande che albergano la mia mente: nessuno può sopportare che muoiano persone senza alcuna colpa: sono figli di Dio”. Ed in riferimento al nostro mondo occidentale aggiunge: “ L’Occidente mi pare badi solo ai suoi interessi economici, senza pensare davvero al bene della gente. Ognuno dovrebbe occuparsi di casa propria e farsi un esame di coscienza per quello che si è fatto e per come si è agito. Ammesso che si abbia una coscienza, perché ormai è in dubbio anche questo. Perché è veramente ingiusto sacrificare un popolo per i miei interessi … E’ evidente che l’Occidente è in una grave crisi e c’è una visione distorta dell’uomo: noi stiamo praticamente distruggendo le basi di noi stessi”.