Susanna CamussoSalerno. Doppio appuntamento quello di ieri con il segretario generale Cgil, Susanna Camusso, che ha preso parte al ciclo di incontri previsti per la festa della Cgil Funzione Pubblica in corso a Salerno.

Alle ore 16, il Segretario generale di confederazione chiude il convegno ‘Prosecuzione lavori Assemblea Nazionale dei quadri e delegati FP Cgil’ al Grand Hotel, nella sala Tafuri 4 dove, dopo una sintesi incisiva sulla “necessità di rifinanziare la cassa integrazione in deroga e l’obbligo del governo di provvedere alla stabilizzazione dei lavoratori precari” non è mancato l’affondo all’amministrazione Letta e al ‘Decreto del fare 2’ che sarà in Consiglio la prossima settimana. Il saluto all’auditorium arriva dopo aver galvanizzato iscritti e simpatizzanti  tracciando prerogative e auspici per la Cgil. “Il nostro intento – dichiara alla platea – è sempre stato quello di spingerci oltre con occhio al futuro, non la sommatoria di altre idee, bensì la propria. Giorno dopo giorno teniamo aperta una speranza e lottiamo per preservarla. È una casa comune, dobbiamo lavorare sul radicamento dei nostri iscritti e questo è il nostro scopo che non può essere dato per scontato.”

L’appuntamento più atteso resta quello dell’intervista all’Arena del mare prevista per le ore 18. Con leggero ritardo la Camusso si avvicina al palco dando cenno di fermarsi spesso tra la gente e, salita sulla pedana, accompagna con il corpo e con le mani il ritmo delle percussioni di Enzo Avitabile in prova acustica per il concerto della serata.

L’apertura dell’incontro è affidata ad un manipolo di precarie con magliette di protesta a dimostrazione del grande dramma comunicativo che la scuola sta vivendo con le istituzioni.

Provando, poi, a tirare le fila dei dibattiti che si sono svolti in questi giorni e partendo dall’opinione all’estero dell’Italia come ‘sorvegliata speciale’, la Camusso spiega che “l’agitazione deriva dal fatto che Banca Centrale e Fondo Monetario stanno vedendo un film già visto. Nel momento in cui dovremmo ricostruire il futuro dopo la crisi, il governo si ritrova in fibrillazione per rintracciare i soldi che compensino la nuova abolizione dell’Imu.”

Sul precariato accusa l’imbrigliamento del governo nella ragioneria di Stato seguendo l’inverso di un processo giusto: “si trascura il fatto che i conti dovrebbero provvedere dalle leggi e non viceversa. Una buona legge è il migliore investimento per le casse dello Stato.” Poi smentisce la cifra di 3 miliardi paventata dal Ministro Saccomanni, “si tratta di cifre assurde – dice – perché i lavoratori precari della Pubblica Amministrazione sono già inquadrati contrattualmente e la loro assimilazione definitiva non richiederebbe certo tale cifra, raggiungibile con una stabilizzazione di massa e non dei soli precari. Non è da addebitare a noi – continua – se il governo ha annunciato a fine agosto l’annuncio al mondo la stabilizzazione dei lavoratori precari e scoprire 15 giorni dopo che i fondi non ci sono.”

Un accenno anche alla flessibilità in uscita con il problema degli ‘esodati’ e un passaggio sulla riforma del sistema pensionistico che è stata molto apprezzata all’estero. “Quella legge è sbagliata e ingiusta, il fatto che venga apprezzata dagli altri paesi non toglie che sia ingiusta. Ha messo in croce il turn over di un intero paese. Due voragini inammissibili: è diversamente solidale con i lavoratori che avrebbero più bisogno di solidarietà e parte dall’idea che vivremo un tempo infinito, senza contare che il tipo di lavoro svolta determina un’aspettativa di vita medie, va cambiata. In questo modo continuerà ad esserci un vulnus democratico inarrestabile.”

Ancora un’ampia disquisizione sulla riforma della Pubblica Amministrazione e la necessaria tempestività di un intervento di modernizzazione. “Aumentare la competitività e la funzionalità, guardando un po’ anche alle responsabilità della dirigenza. Sulla digitalizzazione ritengo ci sia il grosso limite di comunicazione tra un ente e un altro. Il problema del digital divide è un problema del sistema e non del singolo, bisogna quindi riorganizzare quello che c’è attraverso il principio di responsabilità condivisa e la coordinazione tra gli enti.”

I pensatori politici – continua il Segretario Cgil – devono soltanto capire che per mettere in atto interventi efficaci bisogna aprire i cosiddetti tavoli di contrattazione con chi il lavoro lo vive davvero e ne conosce le più ovvie criticità, il vero problema è l’interlocuzione inesistente.” Solo garantendo il diritto al lavoro e abolendo la logica del favore e inquadrando il tutto in un’ottica di sinergia nord-sud. Secondo la Camusso serve ridurre le differenze e fare politica cosciente secondo le diseguaglianze.  Il Paese ha bisogno della riforma delle Province ma non si può decretare ogni tre mesi per poi contraddirsi e farsi bocciare dalla Consulta. C’è bisogno di un riassetto istituzionale con una logica di maggiore partecipazione e in funzione delle certezze da dare ai cittadini. Bisogna farlo con il mantenimento del sistema parlamentare. Non abbiamo bisogno di presidenzialismo ma piuttosto di abbassare il tasso di leaderismo degli uomini soli al comando.”

In ultimo le amare considerazioni sul dilagante dramma del femminicidio con la condanna di una mentalità maschilista ripetutamente leggittimata dalla politica e un appello al mondo maschile per il rispetto dell’identità e della libertà di chi “è a fianco, di fronte e insieme a noi.”

 Articolo e foto di Rossella Fusco