centrale del latteSalerno. Tutela per gli allevatori salernitani e garanzie per i consumatori. Lo chiede Coldiretti Salerno, in merito alla vendita della Centrale del Latte, in una nota del presidente provinciale Vittorio Sangiorgio.

“Ci aspettiamo attenzione e impegno a tutela del sistema zootecnico del territorio, e in particolar modo degli allevatori che forniscono quotidianamente alla Centrale latte di alta qualità. I fenomeni che stanno accadendo da qualche mese – sottolinea Sangiorgio – e che sono inspiegabili in una logica di domanda/offerta lineare, non devono minare il già precario assetto nella filiera del latte salernitano. Auspichiamo che l’attenzione e l’operato della governance della Centrale continui a lavorare per far crescere l’azienda a tutela di tutta la filiera. Bisogna evitare distrazioni: il core business della Centrale è e deve restare produrre latte di qualità per i consumatori, con il grande contributo degli allevatori salernitani”.

La nota di Coldiretti Salerno arriva nel giorno in cui si registrano forti impennate sul prezzo del latte italiano alla stalla che ha raggiunto un nuovo record toccando i 51,55 centesimi al litro, in aumento del 25% rispetto allo scorso anno.

Secondo la Coldiretti “arriva a circa 100 milioni di euro il valore della speculazione che le industrie possono realizzare sottopagando il latte agli allevatori ad appena 42 centesimi al litro. Dall’inizio della crisi nel 2007 ad oggi in Italia hanno cessato l’attività oltre seimila allevamenti con la produzione di latte che nei circa 38mila allevamenti rimasti nei primi sei mesi del 2013 si è ridotta in media di oltre il 3% rispetto allo scorso anno, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Agea, ma è possibile che il deficit possa ulteriormente aggravarsi. Il taglio della produzione è stato del 4,89% in Campania.

“Dati recenti – conclude Sangiorgio – evidenziano una forte criticità del settore nella nostra provincia. Molte aziende zootecniche sono scomparse in soli dieci anni, la maggioranza delle quali sono piccole e piccolissime aziende, per lo più in aree marginali e montane della regione. E’ invece necessario favorire lo sviluppo e la nascita dei piccoli allevamenti, che possono essere volano economico fondamentale per alcune aree rurali e per rafforzare la filiera corta locale”.