bancheSalerno. Nell’attuale quadro di crisi finanziaria, il sistema delle relazioni fra banche, cittadini e imprese appare modificato. Il credito è più simile alla finanza di mercato e, se ciò conduce ad una maggiore trasparenza e coerenza con il profilo di rischio della controparte, è pur vero che la capacità valutativa della banca nei confronti del cliente tende a crescere, facendo emergere situazioni di debolezza strutturale delle PMI (Piccole e medie imprese) in precedenza attenuate dall’assenza di metodi di valutazione non sistematici e rigorosi.

In questa nuova prospettiva si esaltano le competenze che divengono necessarie per gestire il dialogo tra chi ha bisogno di risorse finanziarie e chi le detiene. L’aspetto in questione è molto sentito soprattutto dai piccoli imprenditori e dalle famiglie che richiedono prestiti per far fronte alle più svariate esigenze.

Tale tipologia di clienti, ha a disposizione budget molto ridotti per potersi permettere di pagare consulenti capaci di gestire al meglio i rapporti finanziari con gli istituti di credito e di valutare, correttamente, i costi, le potenzialità ed i connessi vantaggi/svantaggi, legati alla scelta di un prodotto finanziario tra i tanti offerti dal mercato. Tra i vari casi pratici, ho scelto di analizzare uno dei canali di finanziamento a breve termine più usato dai piccoli imprenditori, come ad esempio i commercianti: lo scoperto di conto corrente o fido bancario.

Quando si stipula un contratto di conto corrente “affidato” si è spesso convinti di avere a disposizione determinate somme ad un ben individuato tasso di interesse, salvo poi accorgersi, dopo un bel po’ di tempo, che l’interesse effettivamente corrisposto alla Banca (TAEG) sia decisamente superiore a quello nominale dichiarato in contratto.

Il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) è definito dall’art. 121 del Testo Unico Bancario come: “Il costo totale del credito espresso in percentuale annua sull’importo totale del credito stesso”; esso contiene, cioè, tutte le seguenti voci:

– interessi debitori;

– le commissioni (ad esempio quella di massimo scoperto, oneri extra fido, commissioni istruzioni veloci, etc.);

– gli altri oneri da sostenere per l’utilizzo del credito (spese di istruttoria).

Una delle cause maggiori di contenzioso riguarda, appunto, questo tasso effettivo (TAEG) che, a volte, supera il limite dei tassi soglia individuati dalla Banca D’Italia: si sconfina, in parole povere, nell’usura. Senza spendere tanti soldi in costose consulenze preventive, ognuno di noi, utilizzando una calcolatrice oppure un foglio elettronico ed internet, può con un calcolo abbastanza semplice e, perdendo poco più di mezz’oretta, riscontrare se il TAEG applicato al proprio conto superi o meno i tassi soglia individuati periodicamente dalla Banca d’Italia.

A tal proposito sul sito internet della Banca d’Italia, in un’ apposita sezione ( www.bancaditalia.it/vigilanza/contrasto_usura/Tassi‎ ) è possibile procedere al confronto con tali limiti legali.

La formula per il calcolo del TAEG è la seguente:

 

(interessi debitori + commissioni + oneri) x 36.500

TAEG =         ___________________________________________

C (Capitale) x gg (giorni del periodo considerato)

 

Accade più spesso di quanto immaginiate che, dal raffronto del TAEG calcolato con i tassi soglia, emergano delle situazioni allarmanti. Non a caso il contenzioso tra clienti e banche è sempre in aumento. Esistono i sistemi per non ricorrere per forza al Tribunale. Si può ad esempio recarsi di persona presso la propria banca e far notare il problema, oppure compilare un apposito modulo predisposto dagli istituti stessi. Si può inoltre, ricorrere all’arbitro bancario e, in ultima analisi, al Tribunale.

Dall’istituzione dell’ Arbitro Bancario Finanziario della Banca d’Italia, ad esempio, nel biennio  2011 – 2012 i ricorsi presentati a tale organismo, sono aumentati del 58%. Ogni mese, in media, quasi 500 clienti hanno sottoposto una nuova controversia all’Arbitro. Essere informati aiuta a prevenire conseguenze più gravi e, poi, è fondamentale far valere i propri diritti, soprattutto nei confronti delle controparti come le Banche che dimostrano, sempre più spesso, una scarsa attenzione alle esigenze ed alle aspettative del cliente.

Nei casi più gravi, dove cioè l’applicazione dei tassi usurari sfocia nell’usura, è importante rivolgersi al proprio consulente ed agire in maniera tempestiva al fin di scongiurare le decadenze e le prescrizioni sempre in agguato. La mia esperienza mi dice che, nella maggior parte dei casi, si interviene tardivamente, quando cioè si è in una fase in cui la Banca aziona una procedura esecutiva per recuperare il credito vantato nei confronti di un cliente.

Solo in questi casi, quando la fattispecie viene analizzata dal proprio consulente (avvocato, o commercialista) ci si rende conto dell’anomalia dei tassi di interesse.

Se hai dubbi, non perdere tempo, controlla il TAEG applicato dalla tua banca, spendi trenta minuti di tempo, ma almeno dormi sonni più leggeri. Basta la documentazione di cui sei già in possesso, ossia gli estratti conto che, periodicamente, la banca recapita a domicilio; nel “Conto Scalare” infatti trovi tutte le informazioni che ti occorrono.

Giancarlo Di Motta – Commercialista & Revisore Legale – General Manager della Pubblica Amministrazione