Pil in crescita dello 0,7% il prossimo anno, dopo una contrazione dell’1,8% alla fine di quest’anno. Lo stima l’Istat nelle previsioni per l’economia italiana per il biennio, diffuse oggi. Per quanto riguarda il 2013, anche il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha già concordato con una stima del -1,8%. Il Documento di Economia e Finanza aggiornato in settembre, però, sconta una recessione dell’1,7% a fine anno e mette nel mirino una crescita dell’1% per i prossimi dodici mesi, cioè quasi un terzo in più di quanto stima l’Istat.
“Nel 2013 il prodotto beneficerebbe del solo contributo positivo della domanda estera netta (+1,1 punti percentuali). Nel 2014 la crescita del Pil sarebbe sostenuta sia dalla domanda interna al netto delle scorte (+0,4 punti percentuali) sia dalla domanda estera netta (+0,2 punti percentuali). Anche la variazione delle scorte sosterrebbe la crescita seppur in misura contenuta (+0,1 punti percentuali)”, scrive l’istituto. Nell’anno in corso, secondo gli economisti la spesa delle famiglie dovrebbe segnare una contrazione del 2,4%. “Nonostante il permanere delle difficoltà sul mercato del lavoro e la debolezza dei redditi nominali, nel 2014, la spesa dei consumatori è prevista crescere moderatamente (+0,2%)”, aggiuingono dall’Istituto. Sempre alla fine di quest’anno, è prevista una riduzione degli investimenti fissi lordi del 5,5%, mentre nel 2014 le prospettive di una leggera ripresa del ciclo produttivo determinerebbero un recupero dei tassi di accumulazione che tornerebbero su valori positivi (+2,2%).

Guardando al mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione – in crescita sostenuta nella prima parte dell’anno – “raggiungerebbe quota 12,1% nel 2013. Nel 2014, pur stabilizzandosi, proseguirebbe ad aumentare a causa del ritardo con il quale il mercato del lavoro segue le evoluzioni dell’economia (+12,4%)”. Date le condizioni di debolezza del mercato del lavoro, le retribuzioni per dipendente continuerebbero a mostrare una dinamica moderata (+1,4%, sia nel 2013 sia nel 2014), “dovuta al blocco retributivo nel settore pubblico e alla sostanziale equiparazione tra l’andamento delle retribuzioni di fatto e quelle contrattuali”. L’Istat ricorda che lo scenario delineato per l’Italia “è legato a ipotesi specifiche sull’evoluzione del quadro internazionale, delle condizioni di liquidità e di incertezza economica e politica. In caso di minore crescita mondiale il Pil nel 2014 registrerebbe un incremento più contenuto. Viceversa un miglioramento delle condizioni di liquidità e una riduzione dell’incertezza stimolerebbero un ulteriore incremento degli investimenti e una crescita del Pil più sostenuta”.